Hera, via libera al nuovo protocollo appalti

Imola
  • 02 ottobre 2025

Stretta sui subappalti, clausole sociali, migliori controlli, fornitori trasparenti e responsabili, argine a dumping sui salari e precarietà. Sono alcuni dei punti chiave messi nero su bianco nel nuovo “protocollo appalti” appena firmato dal Gruppo Hera, dalle Rsu aziendali e da nove sigle sindacali (Filctem-Cgil, Fp-Cgil, Femca-Cisl, Flaei-Cisl, Fit-Cisl, Uiltec-Uil, Uiltrasporti, Fiadel e Cisal-Federenergia), illustrato oggi nella sede aziendale di viale Berti Pichat a Bologna. A 10 anni dal primo protocollo, che nel 2016 aveva anticipato regole poi recepite nel Codice degli appalti, il nuovo patto, da apripista a livello nazionale e non solo, interessa oltre 800 milioni di euro all’anno di servizi e lavori appaltati dalla multiutility in ambito energia, ciclo idrico integrato e servizi ambientali. Esteso sull’intero orizzonte del piano industriale 2025-2029, l’accordo o meglio “il progetto”, come lo chiama soddisfatto il sindaco di Bologna Matteo Lepore collegato in video alla presentazione in sede, regola oltre quattro miliardi complessivi di valore economico e coinvolge più di 1.800 imprese, per una media di 4.400 contratti ogni anno. Viene promosso anche un “sistematico coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, dall’informazione preventiva alle consultazioni prima e dopo l’aggiudicazione di gara per migliorare e valorizzare il lavoro” e i lavoratori.

Alla luce del contesto normativo cambiato, tra nuovo Codice degli appalti e decreto Infrastrutture, e dopo il ‘Patto del buon lavoro’ già firmato coi sindacati l’anno scorso, Hera e organizzazioni dei lavoratori rimettono dunque in cima all’agenda “i temi della sicurezza sul lavoro, della qualità delle filiere e della continuità occupazionale”, fondendo principi Esg, responsabilità sociale e buone prassi contrattuali. Ancora, viene assicurata nel nuovo accordo l’esclusione del ribasso per i costi di manodopera e sicurezza, vengono introdotte verifiche più rigorose sul Durc e maggiori controlli sull’obbligo di completamento della formazione, prima dell’ingresso in cantiere. Tra le novità, di nuovo, non manca l’estensione del contratto Servizi ambientali anche alle attività di selezione e recupero dei rifiuti urbani, oltre al potenziamento dei seminari sulla sicurezza interni (una ventina quelli attivati nell’ultimo anno, con 220 fornitori e 400 lavoratori). I meccanismi di vigilanza vengono riorganizzati e ulteriormente digitalizzati grazie alle nuove funzionalità del “portale fornitori”, che consente di “applicare check list standardizzate e di tracciare le non conformità, con aggiornamenti in tempo reale- si legge ancora nel protocollo- delle performance dei fornitori, della qualità e della sicurezza”. Si prevede poi di incrementare di un 10% all’anno i controlli con check list sull’intera base dei fornitori (oltre 2.500 quelli completati nell’ultimo anno, riducendo del 30% l’indice di infortuni nella filiera negli ultimi tre anni).

Sui vincoli al subappalto, già oggi limitato al 10% del valore di servizi e lavori affidati da Hera a fornitori esterni, si vieta il meccanismo a cascata e quello riferito ad attività ad alto rischio, per la salute e la continuità dei servizi. Pure sulle gare viene confermata l’aggiudicazione basata non sul prezzo più basso, ma su una combinazione di criteri di “qualità e sostenibilità”.

Cristian Fabbri, presidente esecutivo di Hera, evidenzia che “questo protocollo è l’applicazione concreta dei nostri principi cardine: dignità ed equità del lavoro, sicurezza delle persone, responsabilità condivisa e integrata lungo tutta la filiera”. Sul fatto che l’accordo possa essere un buon esempio da seguire, Alessandro Camilleri, direttore centrale Personale e Organizzazione di Hera, si augura “intanto di applicarlo bene nel nostro contesto; se sarà un punto di riferimento anche per altri, poi, sarà una testimonianza della nostra responsabilità sociale”. Mentre Ilvo Sorrentino della Filctem-Cgil nazionale parla di accordo unico e “di riferimento a livello nazionale nell’ambito delle partecipate”, rimarca il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla: “È un accordo innovativo, da emulare, per una traiettoria di grande qualità che rafforza tutti gli stakeholder di Hera. Ci sono ad esempio interi capitoli sulla sicurezza nel lavoro, che la rafforzano moltissimo, oltre ad appalti digitali, tracciabili, e attenzione ai temi Esg”. Crede molto nell’esempio virtuoso che può dare il protocollo anche il sindaco di Imola e presidente di Anci Emilia-Romagna, Marco Panieri, il quale ricorda come “già l’accordo del 2016 fu un buon modello a livello nazionale”.

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