"I centri antiviolenza sono aperti". L'appello delle donne di Imola alle istituzioni

Imola

IMOLA.“I centri antiviolenza sono aperti”. È la campagna territoriale lanciata nei giorni scorsi dal centro antiviolenza di Imola Trama di Terre, che fa eco a quella #noicisiamo della rete nazionale Di.Re, e ora ripresa e rilanciata da tutte le associazioni femminili e femministe imolesi che con il loro appello metto in allerta le istituzioni locali sui rischi di violenze che si annidano nelle case dove oggi si è tutti costretti per limitare il contagio. Per alcune donne questo vuol dire violenza e ancora meno possibilità di sottrarsene. Perciò le associazioni si rivolgono alle donne che subiscono maltrattamenti fisici e psicologici affinché anche in questo periodo sappiano che c’è una via di fuga. «Nell’attuale regime di isolamento, le donne maltrattate faticano doppiamente a chieder aiuto perché ritengono giustamente pericoloso esporre se stesse e i figli al rischio del contagio lasciando la propria abitazione, senza avere la certezza di dove andranno a vivere», dicono Trama di Terre, PerLeDonne, Udi, Coordinamenti Donne Cgil e Spi, Coordinamento Donne Anpi, esprimendo una forte preoccupazione per questa situazione. Lanciano perciò insieme un appello alle istituzioni locali, Comuni, Ausl di Imola, Asp, Circondario imolese, affinché attivino i rispettivi canali di comunicazione per informare dell’apertura dei centri antiviolenza e della possibilità di contattarli per chiedere aiuto. In casi gravi ed estremi uscire di casa deve rientrare nei motivi di necessità, con dichiarazione autocertificata. «L’aggressione avvenuta nel nostro territorio il 17 marzo scorso a Borgo Tossignano impone di tenere alta l’attenzione –affermano le associazioni –. Dall’inizio di questa emergenza sanitaria si è verificato un drastico calo delle richieste di aiuto ai centri in tutta Italia. Nei due centri antiviolenza di Imola, Trama di Terre e PerLeDonne, si riscontra la medesima tendenza e per questo siamo preoccupate per la situazione critica che potrebbe esplodere alla fine dell’emergenza. La crisi economica che si profila, le ripercussioni sui contratti dei lavoro precari e sugli stipendi già modesti, metterà molte donne in maggiore difficoltà rinunciando a fare scelte di allontanamento dall’uomo maltrattante, non avendo i mezzi economici per farlo». Dall’entrata in vigore dei provvedimenti restrittivi sono dimezzate le richieste pervenute al Centro antiviolenza di Trama di Terre, mentre tre sono quelle pervenute al Centro antiviolenza di PerLeDonne, tutti con alti livello di rischio e di gravità. «È necessario e urgente procedere velocemente al riparto dei finanziamenti ai centri antiviolenza. Nei giorni scorsi la Cgil Emilia Romagna ha sollecitato il Governo nazionale e la Regione a sbloccare le risorse già stanziate: 50 milioni nel biennio 2019-2020, oltre a quelle straordinarie annunciate di recente dalla ministra delle Pari opportunità Bonetti –dicono le donne –. La Giunta Regionale dell’Emilia Romagna ha inviato in questi giorni ai Comuni del territorio regionale una lettera dove si comunicano i provvedimenti in via di assunzione in ambito Pari Opportunità. La lettera invita i Comuni a divulgare la campagna #noicisiamo e a comunicare alla Regione le necessità specifiche dei Centri al fine di sostenere l’individuazione di risposte tempestive e adeguate. Ci auguriamo pertanto che le Istituzioni locali presenti nel territorio si attivino subito».
I centri operativi
Trama di Terre è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, sabato e domenica su appuntamento; tel. 393 5596688: lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 8 alle 20; martedì e giovedì, dalle 8 alle 18. PerLeDonne: tel 370 3252064 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Numero nazionale antiviolenza 1522 attivo tutti i giorni 24 ore su 24.
Applicazione della polizia
Intanto la polizia di Stato lancia “YouPol”, l’applicazione per smartphone che si aggiorna prevedendo la possibilità di segnalare i reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della polizia di Stato. Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla sala operativa della questura competente per territorio. Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima. Anche chi è stato testimone diretto o indiretto, per esempio i vicini di casa, fa sapere l’ufficio stampa della Questura di Bologna, può ovviamente segnalare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video.

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