Mentre a Imola si discute del Santerno, nella Bassa tiene banco il Sillaro. L’associazione culturale Progetto Castel Guelfo ha una lista di osservazioni in merito agli interventi di mitigazione del rischio idraulico del Sillaro. Ribadisce innanzitutto la necessità di creare casse di espansione, come priorità assoluta per la sicurezza del territorio. Chiedendo anche che venga fatto uno studio approfondito sulle falde presenti nell’area identificata, contemporaneamente al progetto della cassa di espansione, «poiché temiamo una cospicua diminuzione della capacità idrica della cassa». «Ci preme mettere in evidenza che finora le esondazioni hanno interessato una parte periferica di Castel Guelfo, ma il timore è che, in caso di nuovi eventi futuri, l’acqua possa estendersi anche alla zona centrale del paese, la parte più antica e medievale, dove si trovano le costruzioni di maggior pregio storico-architettonico e di interesse culturale - scrive la lista -. Nella storia, la pendenza naturale del territorio, è sempre stata sfruttata positivamente per far giungere l’acqua affinché approvvigionasse il comune di Castel Guelfo. Questa pendenza naturale oggi rappresenta un rischio, poiché l’acqua, una volta esondata dal Sillaro e non contenuta e controllata, come invece avveniva nel passato, prende una velocità pericolosa in direzione dell’abitato».
La lista si allinea poi ai residenti di via Corlo, area ritenuta idonea a costruire la cassa di espansione, affinché non sia consentita la realizzazione di nuovi edifici o infrastrutture, se non quelli necessari alla gestione idraulica dei corsi d’acqua. Riconnettono inoltre alla progettazione di messa in sicurezza idraulica la questione sospesa del quadruplicamento del tratto ferroviario da cui, dice la lista «i cittadini si sentono indirettamente minacciati». Le nuove linee non sono ancora state definite, ma, dice Progetto Castel Guelfo, «potrebbero passare dal tratto identificato per la costruzione della cassa di espansione. Nella stessa area è prevista la realizzazione della quarta corsia dell’autostrada, necessaria sicuramente, ma sottolineiamo la nostra perplessità per il sovraccarico infrastrutturale previsto per quella zona».
La proposta è quella di avviare una discussione che coinvolga nuovi proprietari per valutare la creazione di ulteriori casse (vedi il Lotto C di competenza di Dozza) in tempi più rapidi. «La realizzazione di un’opera idraulica come una cassa di espansione non rappresenta soltanto una misura di sicurezza contro il rischio idrogeologico, ma può e deve essere anche un’opportunità di rigenerazione ambientale - conclude la presidente Vera Nicosia -. Tale infrastruttura può diventare il fulcro di un’area naturalistica, un vero e proprio polmone verde per il nostro territorio. Si tratterebbe di un progetto capace di rispondere concretamente all’esigenza sempre più urgente di bilanciare gli effetti dell’imponente sviluppo industriale e urbanistico che, negli ultimi anni, ha interessato un’ampia zona situata a pochi chilometri da quest’area. Uno sviluppo che purtroppo ha spesso trascurato la salvaguardia del territorio».