Imola, Caritas: la povertà cresce del 18%

Imola

Se il 2022 era stato contrassegnato da un aumento di famiglie in povertà che si erano rivolte alla Caritas imolese, +18,1%, nel 2023, all'impegno ordinario di sostegno dei più fragili si è aggiunto quello straordinario, e immane, legato all'emergenza alluvione. La presentazione annuale del Rapporto sulle povertà è stata l'occasione per fare il punto sul quadro delle fragilità sul territorio, ma anche sulla straordinaria capacità “di fare comunità” che è scaturita dalle avversità più complicate.

«La capacità di parlarsi e mettersi in rete è decisivo e fa arrivare laddove da soli sarebbe impossibile arrivare - ha commentato il vescovo Giovanni Mosciatti -. Il miracolo dei giorni dell'alluvione è stato anche questo e sarebbe bello che questo ci aiutasse a vivere sempre di più in questo modo, perché solo così le difficoltà possono fare meno paura”.

I numeri

Le cifre danno solo un'idea quantitativa del fenomeno, ma ogni singolo caso è una storia, in questo caso complessa e difficile che implica interrelazioni, a loro volta ripetute, un vissuto e una reciprocità che nessun grafico può spiegare abbastanza. Ma restando alle nude cifre, nel 2022 sono stati 828 i nuclei famigliari che hanno chiesto aiuto alla Caritas, in tutto circa 4000 persone, per una media di 20 accessi al giorno. A questo dato riferito solo al centro di ascolto principale della Caritas diocesana, mancano le persone sentite dai sedici Centri di ascolto parrocchiale nella Diocesi, con i quali si arriverebbe circa al doppio. Gli italiani sono il 37,7% (312), un dato lievemente in calo, extra unione europea il 58,4% (484) con una presenza molto forte di profughi ucraini. Andando a guardare nel dettaglio la provenienza geografica, sono 52 le nazionalità rappresentate, le prime tre Italia, Marocco e Ucraina.

Per quale tipo di problema le persone, in pari misura donne e uomini, si rivolgono alla Caritas? Il 55% era già seguito dai servizi sociali, 78 sono senzatetto (in diminuzione se si pensa che nel 2020 erano stati 118). Le donne sole con figli sono state 133, +46% rispetto agli anni precedenti. Sono nuclei familiari composti da un solo membro il 47,3%, il 52,7% sono famiglie con più componenti, di queste il 68,6% aveva figli minori a carico. Si tratta di famiglie in difficoltà economica che nel 68,5% dei casi nel 2022 percepiva un reddito mensile inferiore ai 1000 euro, sul totale 502 nuclei dichiaravano un Isee inferiore ai 6000 euro; il 47% degli assistiti non aveva un lavoro.

Emergenza alluvione

Anche qui le cifre, già di per sé ragguardevoli, non rendono il volume di lavoro e la potenza del capitale umano investito dal 17 maggio in poi. Sono arrivate nella cassetta delle offerte 894mila euro versate da cittadini generosi, dirottate dalla Caritas nazionale al territorio per 525mila euro, da aziende ed enti del territorio per 5800 euro, da banche e fondazioni per 213mila euro, 140mila euro da privati e parrocchie, 10mila dall’8 per mille. Come spiega Emanuela Spadoni direttrice amministrativa della Diocesi: «La Diocesi di Imola in realtà tocca anche diversi territori del faentino e del lughese pesantemente colpiti dall'alluvione. Ci siamo resi conto immediatamente che i danni erano immensi e noi parliamo solo di persone, non di case o immobili ecclesiastici, ma solo di come garantire un tetto, un pasto e un vestito alle persone coinvolte». Dal computo restano esclusi anche i quintali di beni primari raccolti dalle parrocchie donati dagli imolesi che sono serviti spesso a dare immediato conforto. «Abbiamo destinato 120mila euro direttamente alle famiglie di Conselice, Spazzate Sassatelli, San Prospero, Borgo Tossignano, Riolo Terme per rendere di nuovo vivibili le loro case - spiega Spadoni - 250mila euro a strutture che ospitano anziani e disabili ridotte in alcuni casi alla inagibilità, circa 50mila euro alle parrocchie per il ripristino di danni ai servizi offerti come la scuola di infanzia». Ci sono poi le migliaia di euro per l'accoglienza di sfollati e anche 18mila euro per garantire ai ragazzi e ragazze di Conselice di poter partecipare ai campi estivi, «un momento formativo, socializzante e anche di sollievo che avrebbero potuto perdere, con le famiglie impegnate a cercare di risolvere i danni dell’alluvione», dice Spadoni.

Fare festa

C’è spazio per fare festa anche nella povertà, quanto meno per sconfiggere la solitudine. L’occasione sarà ancora una volta la cena della Vigilia di Natale, il 24 al Mercato ortoftutticolo, offerta dall’associazione App & Down che organizza Natale Zero Pare, la festa natalizia della città.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui