Bonus 110 a Imola: 1070 pratiche in città avviate dal 2021 fino a tutto il 2023

Imola

L’unico dato certo al momento è quello delle pratiche edilizie richieste e concesse per avviare riqualificazioni con il bonus 110. Agli uffici comunali di Imola sono arrivate complessivamente circa 1070 Cilas, ovvero Comunicazioni di inizio lavori superbonus (il titolo abilitativo introdotto con la conversione in legge a maggio 2021). Furono 230 nel 2021, 730 nel 2022, l’anno del boom in cui lo stesso Comune si trovò a dover potenziare gli uffici tecnici per garantire risposte in tempi congrui per poter accedere alla misura in essere, poi un residuo di 113 domande presentate e accolte nel 2023 ormai agli sgoccioli. Domani era il termine per chiuderei lavori e beneficiare dello sconto massimo che ora il governo ha ulteriormente modificato generando nuovi dubbi e, per chi è rimasto indietro, sicuramente nuovi costi.

«Al momento questo è l’unico dato certo, non possiamo sapere con esattezza, come Comune, quanti siano poi i cantieri chiusi e quelli ancora in corso -spiega l’assessore all’Urbanistica del Comune di Imola Michele Zanelli -. Questo perché i tempi di registrazione delle chiusure dei lavori non sono immediati, quindi non c’è uno strumento per saper in che percentuale siano concluse queste Cilas e quali siano quelle che rischiano. Per il quadro che ho, credo siano un numero relativamente limitato. Le pratiche avviate nel 2021 direi che possono considerarsi tutte chiuse, di quelle del 2022 potrebbe rimanerne da completare una parte stimabile sul 30-40%, e quelle del 2023 dovrebbero essere un’ottantina». Stime però, non dati finiti. Il che fa pensare che se anche il problema non sarà ampio, qualcuno dovrà fare i conti con spese ulteriori e forse ci saranno anche aziende che si troveranno in difficoltà viste le modifiche alla norma con il nuovo decreto legge. «Purtroppo la decisione presa da questo consiglio dei ministri non so a cosa serva se non a tranquillizzare il leader di Forza Italia, che poi non è tranquillo per niente dal momento che non può sbandierare ai propri elettori un vero e proprio risultato raggiunto. La decisione conferma solo quanto affermato dal ministro Giorgetti, più o meno: prima chiudiamo e meglio è perché non ci sono soldi. D’altro canto ho visto la stima dei fondi spostati su questa voce per sanare le situazioni socialmente problematiche: 16 milioni di euro, una pietosa pezza se si considera che è stata una manovra da miliardi e miliardi, fra l’altro non sono ulteriori fondi ma sono solo soldi che da una voce diversa sono stati spostati a a questa. Per quanto riguarda il territorio imolese credo che l’impatto sarà limitato, ma sicuramente ci sono interrogativi». L’assessore Zanelli è stato sempre critico sulla misura che ha garantito fondi a pioggia senza individuare all’origine categorie specifiche di edifici su cui intervenire: «Fin da quando venne emanata questa misura avevo percepito che il risultato sarebbe stato quello di drogare il mercato, cosa che puntualmente è avvenuta. Il nostro patrimonio edilizio aveva e ha certamente bisogno di interventi radicali di messa in sicurezza ed efficientamento energetico, ma questa specie di lotteria ha avuto effetti non convergenti con gli obiettivi con cui era nata. La percentuale del patrimonio efficientato alla fine è nell’ordine del 3-4% e non giustifica le decine di miliardi che lo Stato ha conferito all’iniziativa - continua Zanelli -. Questo perché sono state poche le opere fatte sui condomini o grandi edifici rispetto alla pletora di villette, uni e bifamiliari o seconde case che ne hanno beneficiato. Andava creata a monte una lista delle cose su cui intervenire: scuole, Erp, poi i condomini che hanno un impatto effettivo. Invece si è proceduto con lo stesso sistema dei monopattini elettrici, non so perché ci siamo convertiti a sistemi di spesa pubblica così maldestri. La cosa che poi trovo incredibile è la sanatoria per chi è oltre un certo livello dei lavori che non deve restituire soldi ma a cui nessuno chiederà la certificazione di aver raggiunto l’effettivo miglioramento nelle classi energetiche. Si conferma che è falso l’obiettivo dell’efficientamento, è un po’ come dire abbiamo scherzato».

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