Con.Ami riformulata la cinquina, per Imola un nome da fuori territorio

Imola

IMOLA. È stata riformulata la cinquina per il nuovo consiglio di amministrazione del Con.Ami dopo il ritiro della disponibilità da parte della ricercatrice di economia Chiara Berti per incompatibilità, visto il suo contestuale incarico nell’Unione della Romagna Faentina.

Nuova proposta

Ieri intanto è arrivata la proposta “sostitutiva” da parte del commissario Nicola Izzo a nome del Comune di Imola che può esprimere appunto due dei cinque nomi. Si tratta di Maria Cristina Motta, 52 anni, avvocata libero professionista e già consigliera nel cda dell’Università di Verona, pregressa esperienza in Magistratura, è infatti stata sostituto procuratore del Tribunale di Verona dal 2002 al 2011, ma anche direttrice amministrativa dell’Usl di Verona e direttrice generale dell’azienda di gestione edifici comunali sempre a Verona e altro ancora. Questo elenca il suo nutrito curriculum, fra gli oltre 30 pervenuti a Imola in seguito all’avviso pubblico promosso dal commissario.

Un nome che sul territorio nessuno conosce, unica presenza femminile in un parterre che per il resto rimane invariato e contempla, come annunciato nei giorni scorsi, Leonardo Zanetti, Carlo Baseggio e Mirko Minghini, oltre a Fabio Bacchilega per la presidenza. La proposta verrà sottoposta ai soci del consorzio, ovvero a 23 sindaci dell’Imolese e del Faentino e oltre, nell’assemblea di venerdì 21 febbraio prossimo. Ieri i sindaci, riuniti in Circondario, hanno sostanzialmente dato un assenso di massima alla candidatura dell’ex magistrata. «Se la questione è sempre stata nell’ultimo anno e mezzo che noi piccoli Comuni pretendevamo rispetto da Imola, adesso siamo noi che rispettiamo la proposta di Imola stessa – commenta Fausto Tinti, sindaco di Castel San Pietro –. Del resto il curriculum è ricco, credo che non ci sia alcunché da eccepire e occorre decidere».

Nodo presidenza

Resta da capire quando potrà diventare effettivamente operativo il nuovo cda, soprattutto in base ai tempi di colui che ha già raccolto l’unanimità dell’assemblea, ovvero Fabio Bacchilega. Come presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Imola terminerà infatti solo a metà giugno il suo mandato. «Sono onorato della richiesta e il Con.Ami ha necessità di essere rilanciato – commenta lo stesso Bacchilega –. Io però non sono in un semestre bianco e ritengo di dover completare alcuni aspetti del mio lavoro in Fondazione, come chiudere il bilancio di esercizio, metterla in sicurezza, credo di essere stato scelto soprattutto proprio per il mio modo di lavorare. Perciò spero che si possa trovare una mediazione sui tempi o una soluzione condivisa; attendo la proposta completa in vista dell’assemblea dei soci del 21».

L’ente sta appunto verificando se questa incompatibilità esista a tutti gli effetti. Il Con.Ami è infatti socio a sua volta della Fondazione, ma ad esprimere il suo voto non sarebbe il presidente bensì il direttore. Anche questo verrà chiarito prima del 21 per vedere di accelerare, nel caso, i tempi di nomina del nuovo consiglio di amministrazione. «Certo, il Con.Ami è senza un cda stabile da quasi due anni, non sarà un mese a pesare di più –commentava ieri il presidente del Circondario e sindaco di Medicina Matteo Montanari –. Vero è che io posso dire questo anche perché nel mio Comune il Bilancio lo abbiamo chiuso a dicembre, ma per Imola che è andata ad esercizio provvisorio e che dal Con.Ami attende ogni anno sostanziosi dividendi, benché molti asset che ne producevano non siano più così remunerativi vedi ad esempio la discarica, è più difficile aspettare».

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