Imola, via Punta Chiusa protesta: " No a nuovi appartamenti"

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Nessun rappresentante della maggioranza e della giunta comunale ha risposto, in presenza, all’invito rivolto dal comitato spontaneo dei residenti di “vicolo Punta chiusa”. Le 34 famiglie che vivono affacciate in questa stretta lingua d’asfalto, lunga duecento metri e larga sei, nella mattinata di ieri hanno infatti organizzato un presidio per protestare contro l’ipotesi che la loro strada, perché di fatto è privata e di proprietà di chi vi abita attorno, possa diventare ulteriormente trafficata a seguito della lottizzazione che si vorrebbe realizzare al termine della stessa.

Tra gli amministratori presenti c’era invece una pattuglia “d’opposizione” composta da Daniele Marchetti (Lega), Marinella Vella (lista Cappello) e Nicolas Vacchi (FdI).

Il presidio

Alle 10.30 un nutrito gruppo di residenti si è raccolto attorno al gazebo dove il portavoce Morris Buccelli ha ripercorso le fasi di questa tormenta vicenda urbanistica. Anziani, famiglie e bambini hanno occupato la parte finale di quello che chiamano “vicolo” a pochi metri dall’intersezione dello stesso con la trafficata via Punta. «Quello che con questa iniziativa organizzata, alla quale speravamo ci fosse anche una rappresentanza della giunta e non solo delle opposizioni – sottolinea Buccelli – è di dimostrare come la strada non possa permettersi di avere ulteriore traffico in entrata e uscita. Una via stretta in che altre 35 famiglie, e quindi presumibilmente altre 70 macchine, in termini di sicurezza e incolumità dei residenti, non potrebbe reggerle. Sono stati fatti errori e stravolgimenti urbanistici in questa area e nelle destinazioni di uso dei terreni che qui insistono, nel corso degli ultimi trent’anni, e non vogliamo e non dobbiamo essere noi a pagarne le conseguenze».

Per i residenti «la strada è stretta e già vi si riversa il traffico quotidiano di quasi una settantina di auto, oltre che quello pedonale e ciclabile di 34 famiglie senza nessun marciapiede. Inoltre in cento metri di percorso il vicolo intercetta 12 passi carrai, di cui due in rampa e 24 cancelli pedonali. Raddoppiare questi affacci – evidenzia con determinazione – non farebbe altro che rendere più insicura la situazione».

Le richieste

«Abbiamo le competenze, le forze e la determinazione per resistere. Noi siamo concordi e compatti nel tutelare la nostra sicurezza e dei nostri figli. Per questo basterebbe – sottolinea – che il Comune ammettesse gli sbagli fatti e tornasse alle definizioni scritte nel Prg del 1999 che prevedeva quell’area (dove dovrebbero sorgere i 30 appartamenti, ndr) come parte integrante dell’area sportiva esistente “Calipari”. Inoltre, come già fatto in passato, chiediamo che la capacità edificatoria venga trasferita nella mega area residenziale, già prevista, presente più a sud. Trasferendo quell’area non si lederebbero interessi di nessuno, né dei residenti attuali né di chi in quell’area ha acquisito diritti sacrosanti ma che possono, e per noi devono, essere spostati da un’altra parte».

Il sindaco Marco Panieri, non presente all’iniziativa, ha comunque risposto ai residenti tramite lettera. Nella missiva si legge come «in risposta alla vostra comunicazione sono a precisare che se è vostra intenzione incontrare il sindaco e la giunta le modalità per farlo sono differenti da quelle da voi esplicitate. Le agende vengono gestite dalle rispettive segreterie. È consuetudine effettuare incontri nei luoghi comunali, a meno che si tratti di sopralluoghi che, se ritenuti utili, si concordano assieme».

Il sindaco tiene inoltre a precisare che «in questo momento i tecnici stanno vagliando le osservazioni presentate sul tema. Seguirà una relazione di controdeduzione delle osservazioni. Riteniamo non opportuno un incontro in questa che è ancora una fase di studio priva di novità di cui discutere. Mi riservo di proporvi un incontro quando questa parte dell’istruttoria sarà conclusa con uno spirito di ascolto e verifica».

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