Imola, una classe del liceo sciopera e ora rischia di essere punita

Imola

IMOLA. Rischiano grosso per aver aderito allo sciopero indetto per la prima settimana di ripresa delle lezioni in presenza alle superiori. È una classe del Liceo Linguistico che, avendo aderito alla protesta, ora rischia una sanzione disciplinare da parte del dirigente del Polo Paolo Nardiello. Sebbene sia stato l’istituto meno “battagliero” sul fronte della protesta, con il 34,8% di favorevoli dei 527 sondaggi raccolti, al momento pare sarà quello che affronterà le conseguenze più gravi. Una parte della 4D, l’unica classe della sede in via Manfredi ad aver aderito all’iniziativa, ieri non si è presentata in classe nonostante fosse quello il suo turno, ma aderendo allo sciopero ha seguito le lezioni da casa. La metà classe prevista in presenza si è collegata a distanza e, in poco tempo, «è stata convocata dal preside», racconta una persona che vuole rimanere anonima temendo ulteriori misure disciplinari. L’azione era stata motivata «con una lettera inviata ai professori, anche per avvisarli». «Alcuni di questi hanno fatto lezione normalmente a tutti i collegati. Altri, invece, hanno spiegato ignorando il gruppo in sciopero online». Il preside, che anche se contattato in merito dal Corriere ieri non ha però commentato, avrebbe detto agli studenti di «non ritenere l’adesione allo sciopero un motivo di assenza». Per questo a chi non è andato a scuola ieri per aderire alla protesta è stato detto che all’assenza si aggiungerà un’annotazione sul registro che in sede di scrutinio potrà influire sul voto in condotta. «Se l’assenza fosse stata per altro motivo non sarebbe successo niente, il problema è stata la motivazione dello sciopero», dice qualcuno degli interessati.


Protesta a singhiozzo
Tutto questo è successo ieri, giorno in cui le superiori hanno ripreso in presenza in anticipo sulla data inizialmente prevista del 25 gennaio. Il continuo avvicendarsi di false partenze ha indotto gli studenti, alla vigilia della riapertura, a indire uno sciopero che prospettava un’adesione ben più ottimistica di quella effettivamente registrata. In nessuna scuola l’adesione è stata concretamente tangibile. «Il nostro messaggio non è contro la scuola, anzi. Coi prof disponibili in via ufficiosa faremo lezioni a distanza per non perdere il programma, ma non è ammissibile che 6 mesi fa la scuola non fosse sicura e oggi, con un solo giorno in meno a settimana in classe, lo sia – motiva Luca Carofiglio, rappresentante di istituto del Paolini-Cassiano, consapevole che lo sciopero non sia stato un successo –. Avevamo raccolto 500 risposte di cui l’82% era favorevole allo sciopero». Situazione simile al polo Alberghetti, dove «il 77% delle 170 risposte raccolte era favorevole – illustra il rappresentante di istituto Giovanni Mastropasqua –. L’86% comunque ha espresso timore per i contagi». Lo confermano le impressioni di chi a scuola è entrato, più concentrato sulla ripresa e le future lezioni, e felice di trascorrere qualche momento insieme ai compagni all’uscita da scuola come ai vecchi tempi. «È girato un sondaggio sullo sciopero nel weekend ma eravamo tutti in classe. La situazione era piuttosto normale», commenta all’uscita Tommaso Frontali di 5D del liceo scientifico, facendo capire che si parla di “normalità” nei limiti del possibile. «Non vediamo l’ora di finire quest’anno. Tra l’altro siamo in quinta e non abbiamo certezza di niente, nemmeno sull’esame», racconta Ariele Caprara, di 5B dello scientifico. E nonostante la lunga assenza da scuola, c’è anche qualcuno che comunque non ha ritrovato la voglia di tornare sui banchi: «Mi ha fatto piacere rientrare oggi solo per vedere i miei compagni, non per la scuola», commenta sorridendo Filippo del Paolini.
I dirigenti
All’istituto Paolini-Cassiano «solo il 20% non si è presentato» fa sapere la dirigente Ernestina Spiotta. Situazione simile al polo Alberghetti, dove nonostante i sondaggi avessero rivelato un timore per i contagi, «sono stati pochi gli assenti: nella sede centrale solo 47 sui 770 previsti in presenza, e nella sede in viale Dante 18 su 170», riporta la preside Vanna Monducci. Anche all’Agrario Scarabelli-Ghini «il numero di assenti è stato minimo, a parte un paio di classi nelle quali ha aderito un gruppetto. Le preoccupazioni meritano attenzione ma garantiamo le misure coerenti alle disposizioni normative» spiega il dirigente Gian Maria Ghetti.

Il nodo dei trasporti. Ieri è stato anche il primo banco di prova del 2021 per il trasporto pubblico con la ripresa delle scuole superiori in Emilia-Romagna. Gli studenti chiedono ulteriori misure per la sicurezza, considerando insufficienti quelle adottate finora: «Dentro la scuola ci sentiamo sicuri, fuori no. Il problema sono i mezzi, l’entrata e l’uscita – commenta Filippo del Paolini, accanto a dei compagni effettivamente ammassati in fila per prendere l’autobus –. Sui bus non si riesce a tenere la distanza di un metro, non ci sono segnali sui sedili, ci si appella genericamente al buon senso». Sebbene il fronte studentesco sia eterogeneo, sui trasporti la posizione è unanime: serve fare di più. Lo hanno affermato gli studenti imolesi nell’indire lo sciopero contro la disorganizzazione istituzionale. Lo ribadisce in una nota la Rete degli Studenti dell’Emilia Romagna, pur apprezzando la ripresa: «Sul trasporto pubblico serve fare di più o sarà un elemento di criticità come a settembre». Lo afferma anche Federico Bitelli, della Lega giovani di Imola, in un comunicato che sottolinea «il fallimento del Governo e dell’Amministrazione. Si è tornati a scuola nonostante non fosse il caso, perché i trasporti pubblici non sono stati potenziati e i ragazzi sono stretti e a rischio contagio». Ma l’azienda Tper che serve il territorio anche di Imola dipinge un quadro differente, fornendo i dati sul servizio potenziato appositamente per la scuola: «Sono state aggiunte 570 corse al giorno rispetto all’era pre-Covid, di cui 240 in funzione da ieri, potenziando 73 linee del bacino metropolitano. Positivi i monitoraggi congiunti con le Forze dell’ordine, effettuati anche nel bacino imolese e della vallata. Il servizio è risultato rispondente alla domanda, con un riempimento dei bus al di sotto dei limiti in vigore».

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