Imola, un progetto per le persone che vivono in grave precarietà

Imola

Il rifugio notturno Santa Sofia h24, cinque nuovi alloggi per l’housing temporaneo a Casalfiumanese (vedi pagina 27) e una stazione di posta a Imola. Tre i passi annunciati che andranno a irrobustire la rete dei servizi sociali in collaborazione con il terzo settore entro il 2026 grazie ai finanziamenti del Prins, del Pnrr, del Circondario e dell’Asp per un totale che supera il milione e mezzo di euro. “Sulla grave marginalità: tutela e umanità” è il nome del progetto che racchiude le parole d’ordine elencate dal sindaco di Imola Marco Panieri e dall’assessora al Welfare Daniela Spadoni: «Tutela per ogni persona della comunità e umanità, principio cardine per affrontare le situazioni di grave precarietà».

Situazioni di marginalità che stanno aumentando anche nell’Imolese sebbene secondo la direttrice dell’Asp Stefania Dazzani «non si registri una tensione sociale particolare quanto maggiori richieste di contributi. Dai primi dati “sporchi” quest’anno ci sono stati 500 accessi in più per il contributo affitti sito della Regione sul sito della Regione». Nel 2021 le persone intercettate dall’Unità di strada della Croce Rossa e dall’Asp sono state 127 per una stima di senza fissa dimora sul territorio intorno alle 130 persone: «80 nuove nei primi 10 mesi del 2022, in aumento dopo la pandemia», ha fatto sapere Monica Agnoli della Cri.

Grazie a 197 mila euro del Prins e a 80 mila euro dall’Asp Casa Santa Sofia, che finora può accogliere 22 persone dalle 19 alle 8, potrà restare aperta anche di giorno entro la fine del 2023. Col nuovo progetto sviluppato dal Circondario con Asp e l’Rti «sarà possibile assumere due nuovi educatori, rimodulare gli spazi del rifugio entro la fine del 2022, personalizzare ancora di più gli interventi e avere un’altra persona all’accoglienza – ha spiegato Susi Lamieri, del Servizio sociale dell’Asp –. L’accoglienza notturna è limitante per i percorsi di accompagnamento verso l’autonomia. Questo è un passo fondamentale per non disperdere i legami».

L’obiettivo finale è la stazione di posta, un centro diurno che offra stabilità routinaria con vari servizi, tra cui l’anagrafe e il fermo posta. Il luogo, ancora da individuare, «sarà vicino al centro e alla stazione – ha spiegato Panieri –. I tempi quelli del Pnrr: entro il 2026, partendo subito con la progettazione». Dal Pnrr, infatti, arriverà circa un milione di euro a cui se ne aggiungeranno 90 mila stanziati dal Circondario. Nel progetto sono stati ipotizzati vari spazi tra cui «spazi per la consulenza legale, per le progettualità e anche per l’accoglienza dei cani. Spesso per non separarsene le persone rifiutano l’accoglienza», ha raccontato Lamieri. GIULIA BARELLI

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