Imola, un anno di pandemia e altri tre decessi

Imola

IMOLA. Un anno fa esatto a Imola si parlò per la prima volta di un caso di Covid, a Medicina. Fino a poco tempo prima c’era chi sosteneva che quel virus tanto lontano non sarebbe mai arrivato fin qua e invece era arrivato eccome, e anche veloce. In 12 mesi tante cose sono cambiate, eppure la pandemia non solo non è stata vinta, si è solo allargata e comincia a farlo a ritmi sempre più vorticosi.
Altri tre decessi
Così, a un anno esatto di distanza ieri si sono aggiunti al conteggio altri 3 morti, tutti uomini di Imola due di 89 anni e uno di 69 anni, e 72 sono i nuovi casi (31 asintomatici e 41 sintomatici). I casi attivi sono 1900, mentre dall’inizio della pandemia scoppiata in questi giorni del 2020 i contagiati sono diventati 9.497. Gli ospedali per ora si sono attrezzati e reggono, ma viaggiano veloci verso lo stress: 79 le persone in reparto Covid internistico (120 i posti messi potenzialmente a disposizione), 8 in semintensiva, 23 in terapia intensiva, quasi un record. La nota positiva è che almeno l'Ospedale di Comunità di Castel San Pietro da ieri è Coovid free.
Ricadute che preoccupano
Delle ultime 48 ore è la notizia che il virus è tornato a colpire i più fragili, nelle case di riposo. E per di più ha ricontagiato persone che avevano già completato il quadro vaccinale. «Gli eventi sono sono riconducibili a tre strutture –ha elencato pubblicamente Sonia Cicero, direttrice delle attività socio sanitarie dell’Ausl –: Villa Fattori, Casa Martelli e Il sollievo. In due di queste strutture il focolaio che si è ripresentato a due settimane dalla somministrazione della seconda dose di vaccino dalle nostre indagini è stata riconducibile al fatto che non c'era stata una piena adesione degli operatori alla campagna vaccinale. A Villa Fattori 4 operatori non si erano vaccinati, due perché impossibilitati per ragioni sanitarie, altri due per scelta e proprio uno di questi, asintomatico, avrebbe avviato il contagio. Sul totale dei 20 ospiti contagiati, su 34 totali, 19 erano già stati vaccinati, 18 sono risultati asintomatici e uno con patologie importanti è stato ricoverato e ora le cure procedono favorevolmente. Anche a Casa Martelli tutto è partito dalla positività di un operatore che aveva scelto di non vaccinarsi. Su 13 ospiti si sono positivizzati in 9 erano tutti vaccinati in seconda dose, la gran parte sono asintomatici ma una persona già compromessa per altre patologie è deceduta. Nell’ultimo caso Il sollievo, che è una struttura residenziale ma anche con ingressi temporanei, qui gli operatori avevano aderito in massa al vaccino. Il virus potrebbe quindi essere entrato con uno degli ospiti temporanei, ma ancora non lo sappiamo con certezza. Qui su 26 ospiti i positivi sono 16 e 12 erano già vaccinati».
Errori e insegnamenti
«A un anno di distanza avremmo voluto parlare al passato della pandemia, non è così. Siamo finiti sulla casella dell'oca morta che ci ha riportati all'inizio», ammette il direttore generale dell’Ausl Andrea Rossi che ieri ha presentato il volume scritto insieme ai colleghi “100 giorni di emergenza Covid ad Imola. La prima ondata pandemica”.
Il prezzo pagato da Medicina

In quella fase a pagare fu Medicina, una delle poche zone rosse d’Italia, la storia da oggi si ripete. «Quando una settimana fa ci è toccato passare all’arancione scuro abbiamo detto a tutti “noi abbiamo già dato, è proprio necessario?” –ha esordito il sindaco di Medicina Matteo Montanari –. Poi la collaborazione istituzionale ci ha fatto capire che ognuno deve fare il suo mestiere e abbiamo posto la nostra fiducia nelle mani migliori come abbiamo fatto fino ad ora, ancora una volta. Resta il fatto che a Medicina un anno fa quei primi provvedimenti di chiusura avevano compattato la comunità. Questi provvedimenti nuovi, invece, a causa della stanchezza e della fatica rischiano di spaccarla. Questo virus non ha colpito tutti in maniera democratica, e dal punto di vista economico la situazione sta peggiorando. Come istituzioni dobbiamo mettere in campo strumenti per aiutare e passare oltre».

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