Il 2022 si sta definendo come un anno da record per l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna. Stiamo parlando dello spazio allestito all’interno della Rocca di Dozza, sede, tra l’altro, della mostra e punto vendita ufficiale della produzione vitivinicola che da Piacenza arriva fino alla provincia di Rimini. Un anno positivo, in termini di presenze, e gioco forza di vendite, di quel nettare di Bacco che tanti sforzi sta facendo in questi ultimi anni in termini di miglioramento della qualità e visibilità a livello nazionale e internazionale.
I numeri
«Possiamo tranquillamente affermare di essere arrivati a superare le 50 mila visite in questo 2022 per i nostri spazi. Un record – spiega il responsabile della mostra permanente ricavata nelle cantine della rocca, Maurizio Manzoni – visto che mediamente nel periodo di pre pandemia, le visite si fermavano a circa 40 mila visite annue».
Un ritorno alla normalità, dopo due anni difficili a causa del Covid «che ha visto tornare tanti turisti, amanti del vino, professionisti del settore e giornalisti non solo dal territorio ma anche e soprattutto da fuori regione. Non sono mancati – prosegue il responsabile del punto vendita – un netto e importante ritorno degli stranieri. Dall’America al Nord Europa fino ad arrivare agli svizzeri e ai russi, tante sono state le persone che hanno raggiunto la nostra sede per entrare a contatto, e portarsi a casa, testimonianze dell’enologia emiliano romagnola». Impossibile dare una cifra esatta del numero delle bottiglie vendute «ma difficilmente – sottolinea Manzoni – chi viene a visitarci esce poi a mani vuote».
Le preferenze
Dal Sangiovese all’Albana passando per il Lambrusco, la Malvasia e il Pignoletto, sono tante le referenze che hanno trovato interesse da parte dei visitatori. Lo conferma sempre Manzoni che rimarca come «molti dei nostri visitatori, siano appassionati o neofiti, vengono con l’idea di puntare sui vitigni principali ma poi si lasciano travolgere dalla diversità di tipologie e versioni che l’Emilia Romagna è in grado di offrire, trovando quindi stimoli per l’assaggio sempre nuovi».
Da quanto si capisce, quindi, non solo i grandi “nomi” dell’enologia regionale affascinano ma anche e soprattutto i cosiddetti autoctoni minori. «Dall’Ortugo alla Spergola passando per il Fortana, il Famoso, il Centesimino o il Burson – spiega il responsabile della mostra enologica – stanno sempre di più acquistando appeal».
Regali di Natale
In questo periodo poi per la maggiore vanno le bollicine. «Un trend in grande crescita – confermano dall’Enoteca regionale – e che vedono Pignoletto, Spergola, Lambrusco e i Metodo classico regionale ottenere grande curiosità e di conseguenza apprezzamento. Una grande attenzione in questo periodo la sta poi acquistando la tipologia del rifermentato, meglio conosciuto come ancestrale, in cui Pignoletto e Lambrusco – chiude Manzoni – ne fanno da padroni sia come regali sia come testimonial per scoprire gusti e interpretazioni particolari».