Imola, un 25 aprile di solidarietà. “Vicini all’Ucraina”

«I giovani possono attualizzare la Resistenza di oggi col coraggio che ebbero i partigiani». È stato il messaggio del presidente dell’Anpi di Imola Gabrio Salieri per celebrare il 25 aprile, in una piazza Gramsci affollata come non si vedeva da qualche tempo. Con fazzoletti raffiguranti il tricolore e la bandiera dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, annodati al collo di bambini e antifascisti sparpagliati nella folla. Un segno di presenza che si è notato più del solito, considerato anche il tempo incerto che a tratti ha regalato qualche caldo raggio di sole risparmiando la pioggia temuta.

La mattinata

Partenza di prima mattina alla sede dell’Anpi, davanti alla Rocca, per la posa della corona alla lapide per i caduti a Bologna, per poi recarsi in piazza Gramsci mentre alle 9 andava in scena lungo la via Emilia la performance Uomini liberi, eseguita dalla Camerata degli ammutinati in collaborazione con la Fondazione accademia internazionale, di Quando un posto diventa un luogo. Poco dopo in piazza è cominciato il tradizionale concerto della Banda musicale di Imola che ha aperto appositamente intonando Bella ciao.

L’impegno dei giovani

È stato il presidente dell’Anpi Salieri a prendere la parola per primo per i saluti: «Il 25 aprile non è e non sarà mai una data qualunque. È un giorno della nostra storia grazie al quale abbiamo potuto costruire la nostra democrazia – ha detto, facendo l’appello per una giornata unitaria e di pace –. Ma le conquiste vanno difese. I giovani possono attualizzare la Resistenza di oggi battendosi per il diritto di scegliere chi amare, se essere madri, il diritto alla salute, a un lavoro dignitoso. E alla conoscenza, che apre la porta alla libertà e al futuro». «Non si possono equiparare le parti. Tutti sono uguali davanti alla morte, ma non davanti alla storia», ha citato Calvino per commemorare i morti della Resistenza e condannare il revisionismo, il sindaco di Imola Marco Panieri. «Quando parliamo di 25 aprile non dobbiamo farlo al passato ma al presente e al futuro – ha aggiunto, ricordando le iniziative organizzate con le scuole come la recente alla Rocca – un luogo oggi di cultura, un tempo di tortura dei partigiani. La storia non si può cambiare, ascoltiamo le fonti senza pregiudizi» ha concluso, esprimendo solidarietà al popolo ucraino.

Bella ciao

La mattinata si è conclusa in viale Dante. Dopo aver posato una corona ai caduti in guerra nell’androne comunale si è formato un lungo corteo che ha seguito la banda e le associazioni fino al Monumento al partigiano, dove la folla non ha resistito e ha cominciato a cantare Bella ciao cogliendo alla sprovvista persino la banda.

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