«Abbiamo parlato con l’avvocato Matteo Ceruti, che in questi anni ci ha seguito in tutti i ricorsi, e lo abbiamo incaricato di valutare se e come procedere. Nel caso le strade possono essere due: o il ricorso al Tar oppure al Capo dello Stato». A parlare è Cinzia Morsiani, portavoce del Comitato “Vediamoci chiaro” che da tempo si batte per la chiusura definitiva della discarica Tre Monti. Comitato che ovviamente si è subito attivato dopo la decisione della Giunta regionale di dare il via libera al completamento della sopraelevazione del terzo lotto dell’impianto di via Pediano e smaltire così le circa 150mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dai territori alluvionati.
Dopo quindi l’informativa giovedì in Consiglio comunale del sindaco Panieri e le accese protese dei partiti di opposizione, anche il Comitato “Vediamoci chiaro”, con un comunicato stampa, ha voluto esprimere tutto il suo dissenso sulla scelta della Regione. «Finalmente Bonaccini è riuscito nell’arduo e scandaloso intento di riaprire una discarica vecchissima, in area franosa e con problemi di rilascio di inquinanti mai risolti – fa sapere il Comitato –. Dopo tutti i rimpalli di responsabilità tra Regione e Governo, l’alluvione ha dato l’occasione agli appetiti di riaprire le fauci». E ancora. «Quest’autorizzazione pretestuosa con la millantata emergenza non sana in alcun modo l’illegalità dei conferimenti passati e già smaltiti illegalmente, ma aggrava soltanto il quadro giuridico della questione e quello ambientale del contesto contaminato delle nostre colline».
«Necessario sorvegliare»
Nonostante poi le rassicurazioni di Regione e Comune, il Comitato chiede che nel caso la discarica dovesse davvero riaprire, il commissario Figliuolo «sorvegli attentamente sullo smaltimento dei rifiuti dell’alluvione, controllando soprattutto che non finiscano a Imola i rifiuti speciali di tutta Italia, rischio molto concreto».
Sulla chiusura, invece, dell’impianto entro fine 2024 e la realizzazione post-mortem di un campo fotovoltaico, come assicurato dal sindaco Panieri, «sono a nostro avviso poco credibili le premesse e poco credibili le proposte – tuona il Comitato –. Il festival della falsa tutela ambientale e della falsa politica a tutela dell’ambiente. Anche i dati relativi agli automonitoraggi Hera sulle acque dei piezometri dicono altro».
E sul quarto lotto, il cui «capitolo» è stato considerato inesistente e nullo dal Comune, «vedremo poi quando ne apparirà la proposta di realizzazione, già sotto il cappello dell’emergenza che continua – conclude il Comitato –. I capitoli chiusi del Pd e non solo sono più aperti che mai».