Imola, spazio all’Estro dei più giovani ma non solo

Imola

IMOLA. Nelle vie del centro storico imolese, a due passi da piazza Matteotti, sta crescendo a ritmo di musica, pittura e aperitivi studenteschi l’associazione Estro. Costituitasi in circolo Arci in poco più di un mese ha già tesserato più di 200 persone. L’associazione che ha affittato un ampio locale in via Aldrovandi 19 è nata, spiega la fondatrice Samanta Sonsini, «come uno spazio condiviso in cui ognuno si senta libero di entrare e sedersi per dare libero sfogo al proprio estro creativo senza statici pregiudizi». «O anche solo per una chiacchierata», precisa un altro fondatore di Estro, Fabio Ferlini.

Sinergia artistica

Il circolo ha visto la luce a dicembre scorso grazie all’incontro dei cinque artisti fondatori: Samanta Sonsini, danza terapeuta al centro diurno di Salute mentale dell’Asl, Fabio Ferlini, liutaio che cura gli strumenti di Vasco e Antonacci, Gabriele Visani, tatuatore, Federica Severi, pittrice e Gisella Leti, cantante. Bisognosi di “scavare una tana” per la loro arte, i 5 artisti hanno così deciso di unire le forze per dare vita insieme a una sinergia artistica a servizio della collettività. «Il posto nasce come una sorta di spazio per il co-working che possa dare anche un respiro culturale alla città» spiega Samanta.

Obiettivi

Gli obiettivi a lunga gittata sono nobili. «È la nostra vita, non solo il nostro lavoro – dice Fabio –. È la passione trasformata in lavoro. Vogliamo creare uno spazio dove non esistano disuguaglianze. Chiunque può entrare e partecipare alle iniziative». È poi questo uno degli assiomi principali della filosofia di Arci a cui il circolo per statuto si sottopone.

Per i più piccoli

In un contesto educativo saturo di impegni e doveri per i più piccoli, l’associazione si prefigge il compito di radunare le coscienze per liberarle, a detta dei fondatori, dal giogo pressante che incatena i bambini all’omologazione scolastica in cui non troverebbero libero sfogo creativo. Se però queste sono imprescindibili visioni per ricostruire una cittadinanza attiva, è anche vero che non sempre vengono accolte positivamente. Ma non nel caso di Estro. «La risposta è stata inaspettata: ci aspettavamo i soliti pregiudizi sugli artisti», dicono. E invece molti curiosi hanno messo piede al circolo nel periodo natalizio dicendo come da tempo sentissero il bisogno di un posto simile in città. «In realtà – precisa Samanta – quando abbiamo deciso di buttarci nella mischia, l’abbiamo fatto anche per rispondere a delle esigenze non solo nostre ma di svariate generazioni». I corsi di pittura sono pieni di bambini intenti a dipingere, tanto che a volte sembra essere piccolo anche il locale di 120 metri quadrati a disposizione. «Fosse per noi ne occuperemmo altri 120», scherza Samanta.

Non solo arte

Ma non solo l’arte è padrona di Estro. Anche il divertimento e lo svago sono importanti. Ad esempio, «ogni martedì organizziamo una serata, Il Parlatoio, in cui ognuno può venire e parlare di libri, cantare e chiacchierare» spiega Fabio. Per Carnevale, l’associazione parteciperà alla tradizionale sfilata dei Fantaveicoli, portando in passerella il tema dello “Statuto dei lavoratori” che quest’anno compie 50 anni. Inoltre Estro si rivolge anche agli universitari che studiano a Imola. a loro propone ogni venerdì una serata ad hoc, per la quale c’è in cantiere anche l’idea di realizzare un quiz a premi. Senza grosse pubblicità, i gestori sono riusciti più volte a riempire di gente lo spazio. «Abbiamo aperto una pagina Facebook e Instagram su cui pubblichiamo video e foto degli eventi», spiegano, anche questo è un modo per attirare i tanti che sui social passano gran parte del loro tempo.

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