Imola, sospese le prime dosi di vaccino per i ritardi della Pfizer

Imola

IMOLA. L’Ausl di Imola si era messa in parte al riparo da un inconveniente che sperava non si verificasse e invece è successo: un ritardo nella consegna delle dosi di vaccino. Come è noto la casa farmaceutica Pfizer questa settimana consegnerà la metà delle dosi preventivate ad alcune regioni, fra queste anche l’Emilia-Romagna. Il che significa che rispetto alle 52.650 dosi attese, 26.910 saranno quelle che verranno consegnate, praticamente il 50% in meno. Il che comporta una battuta d’arresto anche nella campagna vaccinale imolese.
Cambio di programma
Per questa settimana sono state infatti sospese le somministrazioni di tutte le prime dosi programmate, che avrebbero dovuto essere in media 200 al giorno, quindi considerato che a Imola le vaccinazioni vengono fatte sette giorni su sette si parla di circa 1400 appuntamenti rinviati. Poiché appunto l’Ausl si era premurata di accantonare scorte per eventuali contrattempi, le uniche prime dosi che verranno somministrate sono quelle nelle case di riposo, per completare secondo il calendario dato, la copertura di pazienti e operatori. Tra ieri e oggi saranno somministrate 130 prime dosi di vaccino nelle strutture residenziali per anziani, mentre dal 21 gennaio partiranno le somministrazioni delle seconde dosi. Le prime dosi somministrate a domenica sono pertanto, secondo i dati forniti dall’Ausl di Imola, 2627. Si procede invece con le seconde dosi per chi aveva cominciato il ciclo, e questo sempre grazie agli accantonamenti. Nella giornata di domenica sono stati vaccinati con seconda dose anche i 25 operatori sanitari che avevano ricevuto la prima il 27 dicembre scorso, oltre a 39 ulteriori operatori vaccinati con prima dose.
La testimonianza
Fra gli operatori che ha completato il ciclo di somministrazione c’è il medico di pronto soccorso Gianni Ghetti. «È andato tutto bene e non ho avuto reazioni avverse. Rispetto ai colleghi, so solo di pochi casi di reazioni minime come brividi o qualche linea di febbre per poche ore. Io sono un sostenitore del vaccino e quello che mi auguro è che la campagna continui velocemente –afferma Ghetti –. Ora quello che sappiamo con certezza è che per sei mesi la stragrande maggioranza di noi non contrarrà il virus, potranno esserci uno o due casi al massimo, stando alle statistiche note fin qui». Il fatto è che si sa poco e quello che si sa lo si acquisisce strada facendo. «Per questo sarebbe utile sapere, di qui a breve, anche quanto dura la copertura – prosegue Ghetti –. Per questo credo che un secondo lavoro che andrà messo in opera sia il controllo del titolo anticorpale su una corte di vaccinati significativa. In quel caso io ci sarà certamente, anzi sarei anche curioso di sapere quanto sono attivi i miei anticorpi». Rispetto alle percentuali di adesione alla campagna vaccinale da parte degli operatori sanitari dell’Ausl di Imola, per il momento ferma al 70% come ha detto nei giorni scorsi il direttore sanitario Andrea Neri, Ghetti è ottimista: «Credo siano persone che agiscono così solo prudenzialmente e non perché siano contro. Aspettano di vedere come va con la prima ondata di vaccinazioni. Certo io sarei molto categorico sulla necessità che tutti gli operatori sanitari si vaccinassero. Il vaccino è l’unica arma efficace che abbiamo contro i virus, e non riconoscerlo sarebbe come riportare la medicina indietro di cento anni».
Il bollettino di ieri
Intanto, su 363 tamponi molecolari e 105 antigenici rapidi sono stati 32 i nuovi casi positivi registrati dall’Ausl di Imola, di cui 14 asintomatici e 18 sintomatici. 14 persone sono state individuate tramite tracciamento, 19 erano già isolate e 1 riferibile a focolaio già noto; 68 sono i guariti. Ieri nessun decesso. Sono 6440 i casi totali da inizio pandemia e 855 quelli attualmente attivi. Sono 28 i ricoveri Covid ordinari, 6 in Ecu, 12 in Osco e 13 in terapia intensiva.

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