Imola, sfrattato dalla Diocesi: "Rischiamo di finire sulla strada"

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Sfratto esecutivo posticipato di dieci giorni, a tutela della figlia minorenne e dei problemi di salute della moglie, per Flavio Gamberini, artigiano imolese residente in un appartamento di proprietà della Diocesi, che ieri pomeriggio alle 16 ha ricevuto la visita dell’ufficiale giudiziario. «Correvamo il rischio di trascorrere la notte per strada – commenta l’uomo –. Una famiglia con una persona malata e un minore si merita questo? Lo sfratto rischia inoltre di provocare a mia moglie uno scompenso psicopatologico».

Il quadro

Nell’appartamento della Diocesi, Gamberini e la sua famiglia sono stati inseriti dall’impresa sociale Homing First all’inizio del 2020, a seguito di uno sfratto precedente, con un contratto di affitto a tariffa calmierata della durata di due anni che è scaduto il 31 dicembre del 2021. Lo sfratto è stato intentato per finita locazione e non per morosità, nonostante a quella data l’uomo non avesse più pagato l’affitto già da due mesi, a cui si aggiungono gli attuali dieci senza alcun contratto. Inoltre, la Curia ha in programma la ristrutturazione dell’intero complesso di palazzo Monsignani, e tutti gli altri nuclei familiari che risiedevano nello stesso blocco hanno già accettato di essere trasferiti altrove.

Il racconto dell’uomo

Da quando ha ricevuto la prima notifica dello sfratto nel febbraio di quest’anno, «non sono riuscito a trovare nessuna soluzione alternativa – racconta Gamberini –. Neanche a libero mercato: quando dico di essere un lavoratore autonomo o quando accenno al fatto che i servizi sociali ci stanno dando una mano per la situazione di difficoltà particolare della nostra famiglia, sento che le persone dall’altra parte cominciano a preoccuparsi e dicono di non voler più parlare della cosa». La richiesta di aiuto all’Asp è avvenuta un mese e mezzo fa, però «le due soluzioni di due appartamenti a Castel del Rio che i servizi sociali ci hanno proposto (la seconda è di due-tre giorni fa, ndr) non sono assolutamente accettabili – aggiunge –. Non abbiamo l’automobile e mia figlia frequenta la scuola a Imola». Fino all’ultimo «ho provato a cercare un qualsiasi albergo o bed and breakfast – continua –, ma sono tutti pieni per le Finali Ferrari». Oltre che all’Asp, «mi sono rivolto anche direttamente al Comune – prosegue –. E ieri mattina ho avuto la possibilità di incontrare l’assessore Daniela Spadoni».

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