Imola, presunti maltrattamenti: sospensione della tecnica revocata

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La revoca della misura cautelare è arrivata ieri mattina e così Eleonora Gatti è potuta salire sul pullman assieme al marito Giacomo Zuffa, destinazione Napoli, dove oggi le atlete della Biancoverde dei due allenatori imolesi parteciperanno alle Final Six del campionato di A1 a squadre di ginnastica artistica. «Sono molto felice di questo provvedimento – ecco le parole della 58enne – giunto fra l’altro con un certo ritardo. È dal 27 marzo scorso, infatti, che non posso allenare le ragazze in palestra e non posso prendere parte alle gare. Quella sospensiva resta per me una misura inammissibile, considerando che le denunce sono arrivate da atlete ormai da tempo non più tesserate per la Biancoverde. Ben venga il processo, perché sono fiduciosa di potermi difendere di fronte al tribunale (l’udienza è fissata per il 28 giugno, ndr) e di dimostrare come stanno le cose. Domani (oggi, ndr) finalmente tornerò a respirare l’aria della competizione e da lunedì sarò nuovamente al Centro Tecnico a seguire le ragazze».

Presunti maltrattamenti

La vicenda è quella dell’allenatrice della Biancoverde, sospesa cautelativamente mesi fa dal tribunale della Federazione ginnastica, causa i presunti maltrattamenti nei confronti di quattro ex allieve della società imolese. Il 9 maggio scorso il tribunale federale aveva disposto una decisione entro quindici giorni sull’istanza di revoca della misura cautelare (sospensione da ogni attività sportiva o federale) avanzata dalla Gatti, in virtù anche della decisione del Gip di Bologna di disporre per lei il giudizio immediato. E, con un po’ di ritardo, ieri la revoca è arrivata, per la soddisfazione dell’allenatrice e della sua società.

Come si legge anche nell’ordinanza del tribunale federale, la decisione è stata presa anche perché «la tecnica, prima della sospensione, allenava esclusivamente quattro atlete, le quali affermano di non avere mai subito comportamenti scorretti o vessatori». Per questa ragione, «la sospensione cautelare in atto costituisce un danno anche per le suddette atlete che chiedono espressamente di tornare ad allenarsi con la Gatti».

Come sottolinea l’avvocato Carlo Machirelli, «l’accoglimento dell’istanza di revoca è certamente un segnale positivo poiché valorizza le dichiarazioni di atlete che negano categoricamente l’esistenza di comportamenti scorretti o vessatori dell'allenatrice, sconfessando quindi una certa ricostruzione dei fatti, come si sosterrà anche in sede di giudizio. È poi significativo che tutte le atlete in attività, escusse dal tribunale, abbiano richiesto personalmente il suo ritorno in palestra».

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