Imola, Panieri nomina cinque consiglieri con deleghe speciali

Imola

IMOLA. «L’obiettivo è far crescere una nuova classe di amministratori che maturando questa esperienza, potrà poi fra cinque anni essere anche pronta per la guida della città». Appena insediato, guarda avanti e pensa già al futuro Marco Panieri che spiega così la decisione di nominare cinque consiglieri delegati che dovranno affiancare lui e i suoi assessori nella ripresa della città. Non prenderanno gettoni e non comanderanno nessuno. Avranno invece compiti di studio, approfondimento, propositivi e di consulenza. I consiglieri incaricati sono Alan Manara, che seguirà i rapporti con le frazioni; Bruna Gualandi la finanza locale; Lisa Laffi i progetti di innovazione scolastica e patrimonio artistico; Filippo Samachini i progetti di recupero e valorizzazione di eventi e luoghi della storia della Città di Imola; Antonio Ussia la promozione delle attività rivolte ai giovani.
Alan Manara, forte della sua esperienza sul territorio, ha già individuato alcuni temi da affrontare per «Zello, Ponticelli e San Prospero. Panieri ha anche già parlato del progetto della casa dell'acqua a sesto imolese. Dovremo ovviamente vedere il bilancio ma con l'assessore Raffini abbiamo già avuto uno scambio di vedute». Irrinunciabile «il progetto da fare, perché ci vuole solo impegno più delle risorse, è quello di rimettere a posto la polisportiva di Ponticelli, rendendola un centro polifunzionale. Su questo punto conto molto sulla collaborazione la consigliere De Veridicis».
Bruna Gualandi, è una esperta della macchina comunale: è stata infatti al vertice della Ragioneria del Comune: «Quello che al momento posso dire è che credo che ogni consigliere debba collaborare e dare il meglio di sé. La prima cosa che farò sarà confrontarmi con l'assessore al Bilancio ed il sindaco Panieri, saranno loro a darmi le direttive su cui muovermi».
Ha invece già idee molto chiare la professoressa Lisa Laffi: «Da un anno sto lavorando con altre persone alla rievocazione della Rocca da realizzare per il maggio 2021. Ci sembra uno degli elementi del patrimonio artistico da valorizzare di più. Io sono un'insegnante quindi conosco bene la scuola media dove lavoro da 15 anni. Io apprezzo la parola innovazione perché bisogna guardare al futuro, alle nuove tecnologie. A scuola parliamo di imprenditorialità a ragazzi molto giovani; a qualcuno sembra a volte fuori luogo. Questo invece è un modo per creare nuove potenzialità per loro e per la città».
Ci sono due priorità per Antonio Ussia: quella di istituire una borsa di studio per gli atleti che eccellono nel loro sport e nello studio e la riapertura di Ca’ Vaina. «Sono molto contento di questa delega. Conosco Panieri dal 2015 mi ha dato possibilità di realizzare il progetto intitolato a mio padre, che grazie a tornei di calcio e beach volley permettono di acquistare defibrillatori da donare al territorio». Da giovane ha incontrato tanti giovani durante la campagna elettorale, si dice molto soddisfatto della reintroduzione dell’educazione civica a scuola perché «non esiste che non si conosca come funziona la Camera, il Senato, un Consiglio comunale». Con il sindaco divide oltre alla passione politica «ereditata da mio padre» anche quella per la musica «per questo è importante avere un luogo dove poterla esercitare». Ussia partecipa attivamente anche a FuturImola, l’associazione di studenti delle scuole medie superiori che si sta impegnando in progetti come plastic free dalla scuole e che sta organizzando la distribuzione negli istituti di 5mila borracce.
L’idea di Filippo Samachini «è quella di lavorare per ridare valore ai momenti storici di Imola del ‘900 ed i suoi valori. Imola è la città di Andrea Costa, è la città dove il 28 e 29 novembre si riunirono nel 1921 i socialisti che avrebbero partecipato al congresso di Livorno. Poi c’è tutta la parte legata alla Resistenza che deve essere tenuta viva». Ma l’idea più impegnativa lo spinge a guardare dall’altra parte della Manica dove è custodita la mappa di Imola disegnata da Leonardo Da Vinci. «L’anno scorso, per i 500 anni dalla sua nascita, sarebbe stato bella portarla qua. È un progetto che occorre di molti anni di lavoro, ma io credo debba essere pensato».

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