Imola, Panieri fa la conta dei danni: “Servono altri 4,5 milioni”

«Nel territorio comunale di Imola a causa dei due eventi alluvionali abbiamo avuto circa 50 strade comunali chiuse e oltre 300 sfollati. Abbiamo registrato costi di somma urgenza per la gestione immediata dell’emergenza pari a un milione di euro, comprensivo dei 200mila euro relativi all’alluvione del 2 maggio. A questa cifra bisogna aggiungere circa 4,5 milioni di danni al patrimonio pubblico per una ricostruzione completa. È escluso dal totale un intervento ingente per un infrastruttura intercomunale quale la Ciclovia del Santerno, per la quale occorrono 1,5 milioni di euro per ripristinarne la percorrenza». Questo è il quadro dei danni, coordinato e rendicontato dal Comune di Imola, fatto dal sindaco Marco Panieri, che continua sottolineando come «nel nostro territorio siano già in corso interventi di somma urgenza finanziati dalla Regione e coordinati dall’Agenzia regionale di Protezione Civile con oltre 5 milioni di euro stanziati solo per il ripristino degli argini del torrente Sillaro».

Faro sull’agricoltura

In questo quadro complesso Panieri accende un faro sui settori dell’economia, in particolare dell’agricoltura, che sono rimasti colpiti mortalmente da queste alluvioni. «Proprio l’altro giorno – riprende – ero a Spazzate Sassatelli, una delle frazioni più lontane da Imola e quella più colpita dagli eventi alluvionali, a confrontarmi con numerosi residenti, contadini e agricoltori che sono preoccupati, angosciati, dalla situazione in cui versano i loro ettari di terreno, coperti da più di 50 cm di fango, limo e sabbia. A tutti loro bisogna dare risposte in tempi celeri, il rischio concreto che rischia di avverarsi ogni settimana che passa è l’abbandono lavorativo e la scomparsa di un tessuto sociale ed economico che produce ricchezza e occupazione, con la conseguente desertificazione definitiva di intere zone e di intere frazioni. Sarebbe un danno irreparabile e un colpo alla nostra economia».

Fiducia al governo

Ogni giorno Panieri fa i conti con i danni alle strade, con la disperazione e l’angoscia di migliaia di persone che hanno perso tutto. «Noi sindaci – termina – ci fidiamo del governo, una fiducia che riteniamo dovuta visti i ruoli che ricopriamo e la fase di emergenza che stiamo vivendo ormai da due mesi. Desideriamo sinceramente che, aldilà delle posizioni politiche, questa fiducia sia reciproca e che vengano confermate quanto prima le risorse necessarie per la somma urgenza e per i lavori di ricostruzione. Sottolineo, però, quanto occorra il ripristino di un’unità di missione o la creazione di un Dipartimento dedicato proprio al dissesto idrogeologico e alla sicurezza territoriale».

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