Imola, Panieri chiude la collaborazione con la città di Ardakan
Il primo cittadino Marco Panieri e la sua Giunta hanno deciso di recedere dal patto di collaborazione con la città di Ardakan in Iran firmato dall’amministrazione Sangiorgi. «La situazione politica, sociale e umanitaria che si è creata nelle ultime settimane ha raggiunto una gravità inaudita – commenta il sindaco –. Per la Città di Imola, Medaglia d’Oro al valore militare per Attività Partigiana, questa situazione è divenuta non più accettabile».
«No ai compromessi»
La prima intenzione del Comune era quella di rivedere il Patto «stralciando il segmento relativo alla cultura e ai valori comuni, mantenendo esclusivamente la parte dedicata ai rapporti economici e commerciali – ricorda Panieri –. In questi mesi avevamo lavorato con costanza per trovare una soluzione condivisa con la Farnesina, la città di Ardakan e il suo nuovo sindaco».Ma «le notizie di questi giorni rendono questo orientamento non più perseguibile – commenta –. Sul rispetto dei diritti umani, sulla lotta per l’emancipazione della condizione femminile, sulle garanzie delle libertà fondamentali e sulla richiesta di una democrazia compiuta in ogni parte del mondo, la Città di Imola non è disposta a scendere a compromessi».
«Accuse strumentali»
«Rispediamo al mittente accuse che riteniamo ipocrite e strumentali riguardo al nostro operato fin qui, tanto più quando provengono da chi quel patto l’ha voluto e avviato – rilancia, rispondendo al capogruppo del Movimento 5 stelle ed ex assessore Ezio Roi –. La dialettica politica e il confronto sul governo della città sono ingredienti fondamentali della nostra democrazia, ma il livello di ipocrisia mostrato in questa vicenda mi ha lasciato davvero attonito».Perché «strumentalizzare e sfruttare vicende così drammatiche e che riguardano le vite di tante persone con il solo scopo di una inutile polemica politica è inqualificabile e inaccettabile – aggiunge –, oltre che irrispettoso dell’angoscia e della preoccupazione che tante famiglie e che tante realtà stanno vivendo».