Imola, ospitalità ai profughi: primi nodi da sciogliere

Imola

L’ospitalità nei confronti delle famiglie ucraine in fuga dalla guerra, a Imola, non si ferma. Dal 4 marzo a oggi, infatti, donne e bambini, queste sono le persone che rientrano all’interno dell’azione di solidarietà messa in campo dal territorio a seguito dell’invasione russa del 24 febbraio scorso in terra ucraina, è arrivata a quota 280 unità. Si tratta per la maggior parte di minori «oltre il 50% dei presenti» sottolineano le istituzioni locali, che tra Cas, Sai e famiglie private stanno cerando di trovare una momentanea tranquillità emotiva, psicologica e quindi quotidiana.

Non senza problematiche inevitabili. «Pur senza aver fino a ora avuto, almeno per quanto concerne l’aspetto delle location e delle disponibilità di strutture – conferma l’assessora al Welfare del Comune di Imola, Daniela Spadoni – situazioni di lamentela, non nascondiamo che difficoltà nell’azione di sostegno quotidiano ci sono. I meccanismi dell’accoglienza vanno tarati e affinati giorno dopo giorno, soprattutto in riferimento alle seconde assegnazioni. Ci stiamo lavorando».

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