Imola, omicidio Cappai: rito abbreviato per chi lo ha accoltellato

Archivio

Accoglimento della richiesta del rito abbreviato per il ragazzo che ha confessato l’omicidio, respingimento da parte del Pubblico ministero della richiesta di contestazione delle aggravanti per il giovane che ha confessato e per i tre ragazzi indagati presentata dall’avvocato che assiste la famiglia Cappai, e aggiornamento del processo a lunedì 16 gennaio. Si è conclusa così l’udienza preliminare seguita alla chiusura delle indagini, il 18 novembre scorso, sull’omicidio di Fabio Cappai, il giovane di 23 anni residente a Castel del Rio ucciso a coltellate in cima alla gradinata del centro sportivo Marco Simoncelli di viale Giovannini poco prima della mezzanotte di venerdì 15 luglio.

Rito abbreviato

Per il ragazzo di origine sarda, residente a Giugnola, una frazione del comune di Firenzuola, che ha confessato il delitto e che ha fatto ritrovare il coltello in un fosso ai lati della strada a Valsalva, detenuto nel carcere minorile del Pratello di Bologna (dove nel frattempo ha compiuto 17 anni) e accusato di omicidio e di porto d’armi abusivo, «ho chiesto l’ammissione al rito abbreviato – spiega Alberto Padovani, legale del giovane – è così e stato. È stato ammesso al rito abbreviato».

Nessuna aggravante

Come anticipato alla vigilia dell’udienza, «avevamo depositato una memoria in Procura chiedendo la contestazione delle aggravanti, che secondo noi avrebbero dovuto essere contestate o erano ravvisabili dalla nostra analisi – ricorda Daniela Mascherini, avvocato della famiglia Cappai –. Il Pubblico ministero, in apertura, ha discusso su questa questione motivando il perché non ritiene di contestarle».

In particolare, «sull’aggravante dei futili motivi, sostanzialmente (il Pm, ndr) ritiene che nel processo a carico di minori queste debbano essere valutate in modo diverso rispetto ai maggiorenni – entra nei particolari –, e quella particolare crudeltà che richiederebbe la contestazione dell’aggravante non l’ha ravvisata».

Aggiornamento al 16 gennaio

Situazione “congelata” per gli altri tre ragazzi – uno di 16 anni, uno di 17 anni e uno diventato maggiorenne, tutti residenti in zona – che i Carabinieri hanno indagato con le ipotesi di reato di concorso anomalo in omicidio e di lesioni aggravate in concorso, difesi rispettivamente dagli avvocati Elena Bassano, Gabriele Bordoni (co-difensore Vittorio Mazza) e Federica Rossi, nell’attesa delle relazioni dei servizi sociali che li riguardano.

Solamente allora potrà essere presentata ed esaminata la richiesta di derubricazione dei reati loro contestati, che i legali punterebbero a modificare in rissa aggravata.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui