Imola, Officina Coboldi luogo di incontro per i giochi di ruolo

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Un tabellone, un narratore, dei giocatori e tanto spazio all’immaginazione attorno al tavolo. L’Officina Coboldi, l’associazione nata lo scorso novembre dall’idea di Matteo Bacci che promuove i giochi di ruolo a Imola, ha da poco compiuto un anno. In questo tempo ha fatto provare questa esperienza a più di un centinaio di persone incuriosendone molte, tra cui giovani, adulti e tante ragazze. Di stanza al centro giovanile a Ca’ Vaina, l’Officina Coboldi organizza due appuntamenti alla settimana, il lunedì e il giovedì dalle 20.30 alle 23, a cui si aggiungono varie iniziative tra i locali del territorio.

In compagnia

Il mondo dei giochi di ruolo, i “Gdr”, è spesso stretto nello stereotipo per cui a giocarli sono i nerd, quasi sempre uomini chiusi in casa davanti al computer. Officina Coboldi è la prova che di tutto questo nella realtà c’è poco o nulla. Il fondatore, Matteo Bacci, è un giovane imolese classe 1992 e di lavoro fa lo sviluppatore. «Di solito – spiega – il gioco di ruolo si fa a casa con lo stesso gruppo di amici. È un’evoluzione del “facciamo finta che” dei piccoli. Ci sono dei personaggi, delle regole spesso complesse, un master che le conosce e narra. Soprattutto sono giochi collaborativi, dove cioè si discute e insieme si immaginano soluzioni. Dopo la pandemia il mio gruppo si era un po’ perso. Giocare online non mi piace e per questo avevo quasi smesso, ma mi mancava. Ca’ Vaina organizzava dei pomeriggi con giochi da tavolo e così lo scorso settembre ho pensato di proporre due serate in cui io e William Raggi abbiamo tenuto due tavoli di giochi di ruolo, Dangeouns&dragons e Sine requie».

L’Officina

L’idea ha avuto successo. «Nel giro di qualche ora – prosegue Bacci – le iscrizioni alle due serate si sono esaurite. È stato come un campanello: a Imola non c’è nessuna attività simile. Da lì è partito tutto. Chi è venuto ci ha chiesto quando ci saremmo ritrovati e così abbiamo cominciato con gli appuntamenti fissi in cui anche chi non ha mai giocato può iscriversi tramite il nostro sito officinacoboldi.it. Non serve partecipare a più serate perché con la modalità one shot che abbiamo adottato la giocata si esaurisce in una sola sera e le campagne “open table” permettono di avere “capitoli” tra loro indipendenti». L’iniziativa ha raccolto anche la voglia di contribuire: «Nel giro di un mese eravamo già cinque soci, a proporre nuovi giochi e organizzare iniziative. Ora siamo una decina».

Avanti tutta

Dai 15 ai 40 anni, sono tanti i curiosi e gli appassionati che si sono avvicinati all’associazione. «Tra le serate fisse e gli appuntamenti come il Fantastika a Dozza sono più di un centinaio le persone che hanno giocato con noi. Ci sono anche molte ragazze e di questo sono contento perché siamo riusciti a creare un ambiente inclusivo per un hobby tipicamente maschile – aggiunge Bacci, che racconta l’origine del nome –. Il coboldo è una creatura fantasy, le loro società sono collaborative. Ogni coboldo contribuisce al miglioramento della comunità».

Questo spirito, racchiuso nel manifesto dell’associazione, è calato anche nella realtà. «Tra i nostri scopi vi è quello di valorizzare il territorio. Non avendo una sede, ci piace frequentare posti che altrimenti non conosceremmo. Molti locali ci hanno già ospitato, come il Fabrik, Campo zero e Spanizzo», conclude Bacci, anticipando che presto arriveranno altre novità.

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