Imola, nuovi focolai nelle scuole e in una casa di riposo

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Nuovo record di contagi nelle scuole imolesi e un nuovo focolaio in una casa protetta privata. Eppure l’inizio di questa nuova ondata (ieri si sono aggiunti altri 55 casi, 14.624 i casi totali da inizio pandemia, 606 quelli attivi ora) non è brutto come quello che la pandemia ci mostrava un anno fa di questi stessi giorni. Lo dice il direttore dell’Ausl di Imola Andrea Rossi nel suo report settimanale.

Pressione ospedaliera

«Lo scorso anno, al 21 novembre, si registravano 73 ricoveri nei reparti ordinari, 14 nell’ospedale di comunità di castel San Pietro e 15 ricoveri in terapia intensiva» ricorda Rossi. Oggi il carico sanitario segna un incremento ormai da qualche settimana, «ma sempre moderato», riferisce il direttore stesso i ricoveri ordinari si attestano su 25, di cui 3 in più nell’ultima settimana, mentre in terapia intensiva oggi ci sono 5 persone, centralizzate a Bologna. «La vaccinazione anti Covid, in meno di un anno, ha evitato oltre 300 morti e circa 1.000 ricoveri ospedalieri, solo nel nostro territorio – rilancia il direttore –. Senza l’effetto protettivo del vaccino il sistema sanitario sarebbe stato nuovamente vicino al collasso, e avremmo nuovamente conosciuto gli effetti delle chiusure generalizzate». Intanto, da venerdì scorso l’Ausl di Imola ha incrementato di un ulteriore settore di degenza di 14 posti letto, come riportato ieri, portandoli a 28; attualmente questo settore ospita 15 malati. Sempre da venerdì, poi, l’ospedale di comunità di Castel San Pietro tornerà a disposizione per ricoveri Covid di bassa gravità, con 14 posti al quarto piano. «In questo modo sarà contenuto il numero dei pazienti inviati negli ospedali di Bologna per cure non intensive Covid correlate – dice la direzione generale –. Per le cure intensive o semi-intensive le dotazioni attuali di posti letto appaiono oggi congrue e nulla è stato modificato rispetto alle strategie di centralizzazione verso gli ospedali sedi di Covid intensive care».

Nuovi focolai

Resta il fatto che i contagi aumentano da che le temperature si sono nuovamente abbassate, come del resto il virus ci aveva abituati a vedere anche un anno fa. Il contagio aumenta in maniera esponenziale nelle scuole: 105 nuovi casi, ovvero il 40% del totale, 61 le classi con provvedimenti in corso. In particolare sono coinvolte 3 classi di nido, 6 in materne, 63 in primarie, 14 in medie e 19 in superiori, 16 classi in quarantena (+8 rispetto alla scorsa settimana), 45 classi sospese in attesa del doppio tampone (+16 in 7 giorni). I focolai sono stati individuati alla primaria Campanella (28 casi dove è stata disposta la chiusura della scuola fino al 27), primaria Pelloni Tabanelli (6 casi). Per quanto riguarda invece le case di riposo, risolto il focolaio alla residenza Il Sollievo, si apre ora il caso della casa protetta Villa Gloria dove ci sono ben 46 ospiti positivi isolati in struttura e 9 operatori isolati al proprio domicilio. Al momento nessuno sarebbe in condizioni critiche.

Vaccini

Intanto nell’ultima settimana sono state eseguite 5.166 vaccinazioni di cui 400 prime dosi, 700 seconde dosi e oltre 4.100 terze dosi. Per il primo ciclo di doppia vaccinazione la copertura si attesterebbe sul 90% della popolazione dell’Ausl. «La riduzione dell’effetto protettivo oltre i 180 giorni dalla somministrazione della seconda dose rende ragione dell’allargamento delle dosi di richiamo per la terza dose a tutta la popolazione –sottolinea il direttore Rossi – ieri l’Aifa ha disposto che la terza dose possa essere effettuata a 150 giorni dalla seconda, vale a dire 5 mesi e non più 6. Comunque è buona la progressione delle terze dosi: ne abbiamo già somministrate circa 12.000 dosi, con oltre 15.000 prenotazioni», la cui somministrazione si concentrerà fra gennaio e febbraio. «Fondamentale sarà inoltre, dopo il via libera di Ema e Aifa, immunizzare anche i bambini fra 5 ed 11 anni, che rappresentano il più consistente serbatoio di soggetti suscettibili. Vaccinarsi conferisce protezione a sé stessi e a chi ci sta intorno, soprattutto ai più fragili. Per questo motivo rappresenta un gesto di grande responsabilità individuale e collettiva».

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