Imola, Moreno il libraio a cielo aperto va in pensione a fine anno

Imola

IMOLA. Dispensatore di cultura a cielo aperto, per 36 anni. Moreno Sindoni, il libraio con le bancarelle sotto il portico di palazzo Sersanti affacciato su piazza Matteotti, il 31 dicembre chiuderà. «Grazie a tutti voi per questi anni di incontri in nome dei libri» ha scritto su un foglio appeso a una delle sue bancarelle, annunciando un ulteriore sconto per le prossime settimane, ma la notizia aveva già fatto il giro dei social qualche ora prima, postata e commentata da tanti clienti abituali e amici. L’uomo che conosce i gusti librari di tutta la città, e che ha visto crescere generazioni di piccoli lettori diventati adulti, va in pensione.

«Devo ringraziare gli imolesi, in tanti anni non ho mai subito furti di libri o atti vandalici anche se non chiudevo del tutto le serrate delle bancarelle. Anzi a volte i libri me li regalavano anche. Imola è una città da sempre e ancora il larga parte civile» dice Moreno, che qui è arrivato nel 1980 da Acireale, provincia di Catania. «Ho 62 anni e posso dire, avendo vissuto metà della mia vita in Sicilia, che quella è la cultura in cui sono cresciuto –racconta Moreno –, ma a Imola ho vissuto e lavorato per quarant'anni e qui ho trovato molti amici». A cominciare dai frequentatori della sua libreria all’aria aperta. «In Sicilia lavoravo nel negozio di elettrodomestici e dischi dei miei. Sono un geometra, ma sapevo che non avrei mai fatto quel lavoro e quando sono venuto al nord ho lavorato un anno alla libreria ed edicola Giuliana, e da lì ho pensato che avrei voluto mettermi in proprio e vendere libri con un costo basso, per permettere a tutti di avvicinarsi. Oggi è diverso, ma quasi quarant’anni fa andare in libreria era meno usuale e soprattutto qui non esisteva una proposta così a basso costo e con un approccio così informale. Sulle mie bancarelle ci sono un 20% di libri usati e l’80% di giacenze di magazzino non più in commercio». Editoria locale, storia, arte, romanzi, manuali e molti libri per ragazzi e bambini, «quelli che vanno di più e che ho visto cambiare tantissimo negli anni». Negli anni ha visto anche cambiare il mercato dei libri. «Il primo grosso colpo, chi vende libri lo ha avuto quando negli anni Novanta i libri sono entrati in edicola –spiega –, poi c’è stato internet. Basta pensare che Amazon cominciò proprio vendendo solo libri, che ora rappresentano una fetta minuscola di ciò che vende, ma intanto è diventato un colosso». Eppure da lui la clientela non è mai mancata, e infatti ha lavorato ininterrottamente da mattina a sera fino al 2011, quando ha «rallentato un po’, inserendo una pausa dalle 13 alle 16». Ah, tra le cose che ha visto cambiare… c’è anche il clima. «Fino a una decina di anni fa a novembre ero già stanco del gelo e mi dovevo coprire un bel po’ per resistere tutta la giornata –spiega–, poi è cambiato un po’ alla volta e oggi quel freddo è davvero solo un ricordo». Da quello sgabello, sul quale per la verità stava poco preferendo camminare, ha avuto un osservatorio sulla città che pochi hanno e gli aneddoti si sprecano, come le amicizie strette nel tempo. «Una persona sola negli anni mi ha detto sinceramente che se non avesse fatto già il suo lavoro, quello di prete, avrebbe voluto fare il mio. È don Davide di Sant’Agata, un vero amante dei libri, un buon cliente, in tutti i sensi». Per ora Moreno resta lì al suo posto ancora un po’, mentre tanti sui social ammettono che la sua presenza mancherà, e parecchio. «Farò il pensionato, camminerò, coltiverò qualche hobby e andrò alle presentazioni di libri, che mi sono sempre perso perché stavo qua a lavorare».

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