Imola, Marchetti guarda al futuro: "Per il Pd una nuova identità"

Archivio

«Guai a parlare di scioglimento del Partito democratico». A tre settimane dalla sconfitta del centrosinistra alle elezioni politiche, che nel Circondario ha visto comunque il Pd risultare primo partito tranne che a Fontanelice e Castel Del Rio, la consigliera regionale del Pd Francesca Marchetti è netta nel commentare l’attuale situazione.

Anzi, subito replica alle provocazioni lanciate nei giorni scorsi da esponenti del suo stesso partito: «C’è bisogno di più Pd. Non mi piace parlare di rigenerazione, piuttosto di fase rifondativa».

E nonostante la vicinanza al presidente della Regione Stefano Bonaccini, indicato tra i papabili nella rosa di nomi che cominciano a farsi dopo l’annuncio del congresso anticipato dal dimissionario Enrico Letta, si guarda bene dal nominarlo e sottolinea: «Non voglio parlare di nomi, non serve. Ora va dato spazio alla centralità dei territori, intesi come generazioni, amministratori e gruppi dirigenti».

Il Pd locale

Sembra quasi un dato già alle spalle, l’esito delle elezioni, tanto l’attenzione è concentrata sul prossimo futuro. Anche se Marchetti parla di «una sconfitta netta e inequivocabile – sulla quale la consigliera però invita a – evitare gli eccessi. Abbiamo perso 800mila voti ma altre forze politiche ne hanno persi svariati milioni. Eppure non se ne parla e invece tutti si pronunciano su cosa dovrà fare il Pd».

Marchetti, d’altra parte, rappresenta un territorio in controtendenza rispetto al dato nazionale: «C’è un Pd territoriale che ha tenuto grazie ai frutti del proprio radicamento. Certo con delle criticità su cui va aperta una riflessione con i territori per far emergere meglio la nostra proposta politica. Sono iniziate le assemblee di circolo e presto ci sarà quella dell’Unione comunale di Castel San Pietro. Però non siamo alla ricerca di un liquidatore fallimentare. Da nativa del Pd credo che l’intuizione alla base della nascita del partito rimanga profondamente valida. Ora dobbiamo attualizzarla».

E sul nuovo slancio che le opposizioni locali hanno raccolto dalle urne nel Circondario, con la coalizione di centrodestra avanti in tutti i Comuni tranne che a Imola, Castel San Pietro e Casalfiumanese, constata: «C’è un’inversione di tendenza nell’atteggiamento come è normale. Una vittoria così netta che assegna un ruolo guida inedito accende la presenza sui territori di quella forza politica. Però invito alla cautela. Nel centrodestra restano parecchie contraddizioni».

Verso il congresso

La ricetta per i prossimi passi Marchetti l’ha chiara: «Serve una nuova identità al Pd, anche in funzione del ruolo di opposizione. La prima direzione nazionale ha dato l’input. Ora dobbiamo andare dalla nostra gente, dai volontari essenziali in questa campagna lampo, non solo per l’analisi della sconfitta ma anche per trasmettere la nostra presenza – conclude Marchetti, che cita puntualmente alcuni temi prioritari –. Il divario centro-periferie e il tema trasversale delle disuguaglianze. Mi piacerebbe anche un confronto con i corpi intermedi e le parti sociali per immaginare insieme la società del futuro e trovare soluzioni a problemi complessi. Con un governo di destra pura bisogna dare un senso nuovo alla nostra lotta politica».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui