Imola, lo Strike raddoppia e arriva in Pedagna

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E con questo fanno tre. Tre locali gestiti dalla stessa famiglia, di cui due sono chioschi storici della città, anche se quest’ultimo è diverso dagli altri per proposta e per logistica. In via Rossini 51, dove fino a poco tempo fa c’era la gelateria Il Pinguino, sotto uno dei blocchi delle “torri” del quartiere Pedagna, ha aperto ieri il nuovo Strike. Strike come la baracchina che da più di 30 anni serve panini e piadine vicino al PalaRuggi e dove due anni fa è subentrata la nuova gestione di Ester Cavina e Stefania Bartolini, le stesse socie che firmano ora la proposta di questo Strike 2 e che condividono mestiere e passione, oltre che vita famigliare, con Stefano Bartolini, marito di Ester e fratello di Stefania, titolare a sua volta dal 2017 de La greppia, un altro nome ben noto agli imolesi appassionati di piadina e piè fritta, la cui storia è vecchia di oltre 40 anni.

Il nuovo locale, una proposta che in effetti mancava nel quartiere periferico e più popoloso della città con i suoi circa ventimila residenti, sarà aperto tutti i giorni eccetto il martedì, dalle 11.30 alle 24, la domenica solo a pranzo. «Il nostro menù è ampio ma non perde mai di vista la qualità. Gli impasti della piadina sono fatti freschi tutti i giorni e la stessa piadina viene tirata al mattarello –spiega Stefano Bartolini –. Facciamo anche molti panini e a breve arriverà anche la pinsa, poi insalate e poké. gli ingredienti li selezioniamo dai produttori locali: per le carni e i salumi ci riforniamo da Carnigest e Capelli di castel Guelfo, per lo squacquerone dalla centrale del latte di cesena, ad esempio. Ci piace far lavorare anche altre realtà del territorio». Oggi con gli altri due chioschi, spiegano ii titolari, si arriva a una media di 400/500 coperti. «Contiamo di raddoppiare, in Pedagna le potenzialità ci sono –dice ancora Stefano Bartolini –. Vogliamo fare in modo che questo luogo diventi anche un punto di incontro per i giovani, io sono cresciuto in questo quartiere, e ho sempre pensato che non ci fossero molte occasioni per i ragazzi».

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