Imola, l’aria di crisi della Cavim spaventa i soci

Fumata nera per l’assemblea informativa che il collegio dei revisori della Cavim ha convocato per domenica scorsa. Scorrendo i punti di discussione previsti nell’ordine del giorno (integrazione del consiglio di amministrazione e situazione della cooperativa), l’incontro avrebbe potuto essere l’occasione per mettere finalmente le carte in tavola e condividere in maniera chiara ed approfondita tutte le informazioni che riguardano il momento di oggettiva difficoltà che la cantina di Sasso Morelli – che oggi ha una base sociale di 500 conferitori che coltivano circa 1.250 ettari di vigneto posti nella zona collinare della vallata del Santerno – sta attraversando, e per dare il via al confronto sulle altrettanto grandi incertezze e preoccupazioni per il futuro. Questo, però, non è successo. E i soci e il presidente si scontrano sulle responsabilità.

«Presidente immobile»

«Da qualche tempo sentiamo raccontare tutto e il contrario di tutto sulla situazione della Cavim, sembra addirittura che siamo sul punto di fallire, ma nessuno ci dice niente e siamo molto preoccupati – si sfoga un gruppo di soci –. Se ne sono andati il vicepresidente Andrea Bofondi e un altro consigliere di amministrazione, ed è stato licenziato il direttore generale Matteo Vingione, ci sono anche gli avvocati di mezzo. Qualche cosa deve essere capitato, no? Non è ancora stato approvato il bilancio del 2021, che avrebbe dovuto essere chiuso entro il 31 luglio dello scorso anno. Qualche cosa sarà successo, no?». Nonostante questo, «il presidente non ha ancora mosso un dito – sostengono –. L’assemblea di ieri (domenica, ndr) è stata convocata dal collegio sindacale perché il presidente non voleva interpellare l’assemblea dei soci. E ancora non ci ha spiegato niente».

«Allarmismo inutile»

«Non ho preso posizione prima d’ora sulle notizie uscite sui media – premette Maurizio Baldisserri, presidente della cooperativa – per non dare maggiore risalto a notizie che nella realtà erano imprecise e che contenevano dati non veritieri, creando allarme inutile. Stiamo facendo tutto il possibile per verificare quale sia la scelta migliore da intraprendere per garantire, se possibile, la prosecuzione dell’attività aziendale – assicura –, e comunque per assicurare ai soci e ai creditori la realizzazione dei loro crediti». Inoltre, prosegue, «al momento non siamo ancora in possesso della relazione dello studio contabile affidato ad uno studio professionale specializzato incaricato dal cda. Quanto alle responsabilità per l’attuale situazione, il cda ha già assunto le dovute iniziative, con incarico a uno studio legale che sta ultimando tutte le valutazioni». Sia il sottoscritto che gli altri membri del cda abbiamo sempre operato nell’esclusivo interesse della cooperativa – rivendica – e continueremo a farlo anche in questo difficile momento».

Prossime tappe

Nonostante le posizioni contrapposte, sembra che la situazione si possa sbloccare entro un mese e mezzo, prima di tutto con la convocazione di un’assemblea dei soci che approvi il bilancio 2021 (cosa non possibile domenica, perché l’assemblea era puramente informativa e non deliberativa) e successivamente con la presentazione e la discussione di proposte per assicurare la continuità aziendale.

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