Imola, interdittiva antimafia per le aziende dei De Sarlo

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La notizia arriva da Battipaglia: il prefetto di Salerno Francesco Russo ha emesso un nuovo decreto interdittivo antimafia, il secondo nel volgere di poco più di un anno, per bloccare l’attività dell’azienda Ad Logistica della famiglia di Antonio De Sarlo, il quale a Imola è diventato di recente proprietario e presidente della società Imolese Calcio.

Due interdittive

Come ha riportato per primo il quotidiano La città di Salerno, il nuovo decreto prefettizio risale al 14 settembre scorso, due mesi dopo che, in seguito a un primo decreto dell’anno precedente, un anno di controllo giudiziario si era chiuso positivamente per l’azienda, leader nel trasporto di rifiuti e logistica. In base alla prima azione del prefetto Russo nel 2019, il Gruppo ispettivo antimafia per dodici mesi aveva passato al setaccio le relazioni famigliari di titolari e amministratori della Ad Logistica. L’azienda risulta intestata alla moglie del presidente dell’Imolese, Giulia D’Andrea (il cui padre deceduto una ventina di anni fa era considerato un esponente della camorra), oltre che per un terzo anche alla figlia Giulia e al figlio Pasquale, centravanti nella stessa squadra Imolese Calcio. A differenza dei suoi congiunti più stretti, Antonio De Sarlo non ha invece ruoli nella stessa azienda. La nuova azione interdittiva, invece, si focalizza sull’associazione temporanea di impresa di cui Ad Logistica aveva fatto parte, insieme a una ditta faentina, una di Massa Carrara e una della provincia di Frosinone. Insieme avrebbero concorso agli appalti per il trasporto rifiuti per l’Ama di Roma. Ma sotto osservazione ci sarebbero anche altri contratti di fornitura da parte della Ad Logistica ad altre aziende dal prefetto Russo considerate vicine al clan dei Casalesi, il che farebbe ritenere “permeabili” alle infiltrazioni mafiose tutte le aziende coinvolte. Il ricorso al Tar è già stato presentato da Ad Logistica per evitare il blocco delle attività, intraprendendo sostanzialmente la strada dell’altra volta per provare la propria estraneità alla pesante contestazione.

De Sarlo risponde

«Abbiamo avuto una interdittiva l’anno scorso e quella si è conclusa con merito ampiamente positivo da parte tribunale di Salerno – commenta interpellato dal Corriere Romagna Antonio De Sarlo –. Questa nuova vicenda non è legata direttamente a noi ma alle aziende di un’ Associazione temporanea di impresa che avevamo creato con altre tre aziende, di Faenza, di Massa Carrara operativa a Benevento e di Frosinone. Alcuni soggetti di queste società avrebbero avuto dei problemi, ma noi siamo già usciti ad aprile 2021 dall’Ati».

Ora c’è questo nuovo esame ma De Sarlo pare estremamente sereno: «Non siamo assolutamente preoccupati, siamo nel massimo della trasparenza, siamo appena usciti da una vicenda dove un giudice ci ha dato esito ampiamente positivo affermando che la nostra società era in grado di approcciarsi con il tessuto sociale ed economico in maniera di tutto rispetto. Credo che anche questa vicenda sarà chiarita subitissimo. Diamo fiducia ai tribunali e agli organi di controllo che chiariranno quello che, almeno per noi, è certamente un mero errore. È la verità , non è nostro costume negarci o nasconderci. Il nostro è un gruppo che fattura 120 milioni di euro all’anno, con 400 dipendenti e i rischi sono all’ordine del minuto. È un gruppo famigliare, in alcune compagini ci sono io in altre i miei figli, ma si riconduce sempre al mio nome che è quello storico dell’ azienda, anche se io non ne faccio parte né come socio o amministratore, ovvero non sono nulla e sono anche incensurato».

Commenti in città

A commentare la notizia diffusa prima dalla rete è stata l’ex candidata sindaca Carmela Cappello, parlando di «imbarazzo» per la città pubblicando su Facebook una foto del sindaco Marco Panieri con le insegne dell’Imolese (che comunque a nessun titolo come società è interessata dalla interdittiva antimafia).

«Un’ uscita che mi pare fuori luogo – commentava ieri il sindaco Marco Panieri –. Personalmente non conosco il presidente dell’Imolese se non per averlo incontrato alla presentazione della società dopo l’acquisto dalla precedente proprietà. La posizione del Comune di Imola sulla legalità è nota e non cambia di certo. Questa vicenda avrà i luoghi in cui potrà essere sviscerata e attendiamo l’esito».

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