Imola, il sindaco: "Andiamo verso la zona arancione"

Imola

IMOLA. «Premesso che la zona arancione non ce la leva nessuno come regione di qui a breve, noi siamo mobilitati ogni giorno nei controlli e nel mettere in campo tutto il possibile, ma il rispetto delle norme non è abbastanza da parte delle persone e il virus circola». Sull’incremento massiccio dei contagi a Imola e circondario, dopo il direttore dell’Ausl Andrea Rossi, abbiamo sentito il sindaco di Imola Marco Panieri che ieri mattina ha fatto il giro delle scuole, ripreso dalle telecamere di Sky, insieme ai volontari messi da lunedì a presidio degli ingressi come annunciato nei giorni scorsi.
Assembramenti però non se ne vedono e multe ce ne sono state solo sporadicamente.
«Ce ne sono state. Non sempre i controlli e le sollecitazioni si tramutano in sanzioni. Non ci interessa fare cassa, ma dire state attenti e far capire come comportarsi. Faccio l’esempio dei controlli a scuola da lunedì scorso, ma ci sono miriadi di altre azioni che facciamo quotidianamente, con le forze di polizia locale e le altre o come Amministrazione. Nelle scorse settimane un locale è stato chiuso per cinque giorni perché non rispettava le norme di distanziamento, ho firmato l’ordinanza chiusura chiusura doposcuola due settimane fa, abbiamo fatto controlli mirati sulle mense aziendali, abbiamo mandato la polizia locale nei centri commerciali e abbiamo scritto alle direzioni per chiedere che rispettassero il contingentamento».
I controlli davanti alla scuola stanno dando effettivamente frutto? Le scuole si erano già parecchio date da fare.
«Ho fatto personalmente il giro questa mattina (ieri, ndr) sono impegnati complessivamente una quindicina di volontari e quindici agenti di polizia locale e continueremo certamente a presidiare fino a che resteremo in zona gialla, quindi di sicuro fino a venerdì, poi ci adatteremo alle nuove disposizioni».
Quindi come si spiega un così alto indice di contagiosità, più alto che altrove in regione?
«Semplicemente noi anticipiamo, da sempre, quello che poi diventa il dato generale, ora è il rialzo dei contagi, poi saremo primi a vederli calare. Forse perché c’è molta mobilità legata al lavoro, fatto sta che oggi l’indice è quello non solo per Imola. I focolai più grandi sono famigliari, e questo dipende in parte dal fatto che la fascia oggi più rischio contagio è quella dei ragazzi che poi allargano il virus alla famiglia, o forse nelle case si invitano parenti e amici senza tenere adeguatamente conto del momento. Quello che possiamo fare noi è informare e formare. Per il resto resta il fatto che non c’è un alto tasso di ospedalizzazione o di mortalità e questo non ci porterà in zona rossa. Ma in arancione sì, abbiamo avuto un’occasione, quella della zona gialla, ma non l’abbiamo sfruttata, intendo tutti come cittadini, non siamo stati all’altezza e ora si torna indietro, ma tutto sta nelle persone. Un Comune può chiudere un locale, una strada, andare a scuola, fare giro con protezione civile andare a presidiare centro storico, ma poi sono le persone che non si devono ammassare e devono tenere la mascherina».
Un Comune può chiedere alla Regione più vaccini, e chiedere che ne venga velocizzata la somministrazione, se ha un tasso di contagiosità alta?
«Lo abbiamo fatto, ad esempio coi vaccini antinfluenzali siamo passati dal farne 17mila a farne 34mila. Ma i vaccini anti Covid arrivano a singhiozzo per tutti però abbiamo messo a disposizione come Comuni i centri dove farli, e anche quelli dove farli spot nel circondario. Abbiamo già coperto col vaccino circa il 4% della popolazione nel nostro territorio, non è male».
A ieri erano 2910 le persone con ciclo vaccinale completo e 4503 le prime dosi inoculate. Sempre ieri su 145 tamponi molecolari e 480 antigenici rapidi sono stati 45 i nuovi casi positivi registrati dall’Ausl di Imola (15 nelle fascia di età 0-24 anni; 13 nella fascia 25-44 anni; 12 nella fascia 45-64; 5 dai 65 anni in su), di cui 20 asintomatici e 25 sintomatici. Purtroppo c’è stato anche il decesso di una donna di Imola di 91 anni. Sono 26 i guariti. Sono diventati 8075 i casi totali da inizio pandemia, sono 1195 i casi attivi.

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