Imola, i sindacati: "Da Cefla passi indietro". Stato di agitazione

Imola

IMOLA. Mercoledì il primo faccia a faccia coi sindacati e le rassicurazioni sul mantenimento dell’occupazione sul territorio a fronte della conferma della vendita di un reparto produttivo. Il giorno dopo la conferma ufficiale della vendita da Cefla a Itab-La fortezza, multinazionale svedese, del reparto shopfitting. Ma ieri che i sindacati, riconvocati in via Bicocca, avrebbero voluto vedere quelle stesse rassicurazioni scritte nero su bianco, invece è arrivata la delusione. Ventiquattro ore appena e già si parla di «passi indietro». Il che certo non rasserenerà gli animi dei 201 dipendenti direttamente coinvolti, e dei molti loro colleghi che hanno espresso solidarietà proprio martedì in assemblea davanti ai cancelli. Ieri anche davanti alla sede di via Selice un altro gruppetto di Cobas, in rappresentanza di una coop di logistica nata dall’esternalizzazione di una quota di ex dipendenti della stessa cooperativa, chiedeva ancora di essere considerata nella trattativa per la nasciata della nuova società che deriverà da questo accordo di vendita.
La delusione dei sindacati
Ieri alle 14 le organizzazioni sindacali e la Rsu aziendale hanno ottenuto un incontro con la direzione della Cefla, in cui l’azienda avrebbe dovuto illustrare il contenuto dell’accordo sottoscritto con l’Itab. «Nulla ci è stato comunicato in merito a tutele per i lavoratori ed il territorio –hanno fatto sapere ieri i sindacati confederali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil usciti dall’incontro –. Abbiamo richiesto copia del testo ricevendo al momento un netto rifiuto, confidiamo di poter conoscerne almeno i contenuti che riguardino le promesse di tutela dei lavoratori al fine di intavolare una costruttiva discussione che porti ad un accordo soddisfacente». Gli stessi sindacati hanno richiesto sin da subito il coinvolgimento dell’Itab nelle trattative, cosa che avverrà con il prossimo incontro previsto per venerdì 16 ottobre data in cui l’azienda acquirente parteciperà con propri rappresentanti. «Abbiamo richiesto l’illustrazione nei dettagli del piano industriale che sia la reale garanzia di sviluppo industriale della divisione – dicono Rsu, Mirella Collina e Stefano Moni della Fiom e Cgil Imola, Marzia Montebugnoli, Roberta Castronuovo ed Enrico Bassani della Fim e Cisl Area Metropolitana Bolognese, Giuseppe Rago e Roberto Ferrari Uilm Uil –. Le trattative al momento stagnano per mancanza di dati su cui potersi confrontare e riteniamo sia utile sin da subito coinvolgere anche le istituzioni locali». Ieri le stesse sigle hanno richiesto un incontro in merito al sindaco di Imola Marco Panieri. Lo stato di agitazione, con il conseguente blocco del flex time e degli straordinari, è confermato in tutte le divisioni della Cefla «fino a quando non saranno formalizzate tutte le garanzie richieste dai sindacati che lanciano anche un appello alle istituzioni imolesi, chiamate a fare la loro parte per difendere i posti di lavoro, i diritti, le competenze e le professionalità dei dipendenti Cefla e di tutto l’indotto».

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