Imola, i residenti vogliono chiarezza sulla Florim

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Non sarà esclusivamente l’ex vicesindaco Federico Squassabia, passato al Gruppo misto, a dare battaglia sulle questioni ambientali a Mordano. Legambiente Imola-Medicina, infatti, ha depositato una richiesta di accesso agli atti per far luce sui cattivi odori che provengono dallo stabilimento dell’azienda di ceramiche Florim e sullo sversamento di barbottina nel canale Mezzale del 12 dicembre.

«L’informazione ambientale è un vero e proprio diritto, sancito da numerose convenzioni, atti e leggi a livello nazionale, comunitario ed internazionale – commenta il comitato Borgata Chiavica, che ha sostenuto l’accesso agli atti –. E il sindaco non può sentirsi al di sopra di tali leggi».

«Poca trasparenza»

Come si è arrivati all’accesso agli atti? «Negli ultimi mesi abbiamo subito ancora episodi forti di molestia odorigena – spiegano i residenti – e abbiamo assistito ad uno sversamento di barbottina nel canale Mezzale oggetto di ordinanza sindacale contingibile e urgente». Immediatamente, «abbiamo chiesto delucidazioni al sindaco via posta elettronica, ma non ci sono state date risposte dirette, formali o informali – aggiungono –. Ci è stato semplicemente indicato il canale istituzionale dell’amministrazione a cui fare riferimento per ottenere informazioni». Insomma, «non ci sembra un atteggiamento trasparente e di chiarezza verso la cittadinanza – continuano, rilanciando una delle critiche sollevate da Squassabia –. Abbiamo richiesto tali informazioni perché giustamente preoccupati e non per perdere o far perdere tempo. Gli episodi negativi sono fatti oggettivi accaduti, l’ordinanza è stata firmata dallo stesso sindaco che ha la delega all’ambiente (dopo il rimpasto della Giunta di novembre, ndr) e una risposta, vista la situazione passata e presente riguardante la ditta Florim, è necessaria, soprattutto ora che è stato approvato un nuovo ampliamento e potenziamento produttivo».

Molte perplessità

Non ricevere alcuna risposta, inoltre, fa sorgere più di una perplessità. «Forse nelle analisi dell’acqua biancastra finita nel canale Mezzale sono stati, per caso, rilevati livelli alti di inquinanti come alluminio, piombo, rame – domanda il comitato –? Forse gli episodi di molestia olfattiva sono stati causati dall'ennesimo guasto ad un postcombustore? Forse la ditta ha continuato a produrre nonostante il fermo dello stesso, cosa che attualmente non sarebbe consentita dall’Autorizzazione integrata ambientale?». Ecco perché «siamo certi che l’accesso agli atti a cui siamo stati costretti possa darci risposte che continuano a non arrivare».

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