Imola ha la sua rete meteo, studierà il cambiamento climatico

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La stazione meteorologica Scarabelli si fa in tre: nasce così la “Rete Meteo Scarabelli”. Alla struttura esistente, posta nell’omonimo istituto agrario e dotata dei più moderni sistemi per il monitoraggio dell’atmosfera e del suolo, infatti, nei giorni scorsi sono state affiancate due nuove stazioni di rilevamento meteo: una posizionata a Montecatone, all’altezza di 274 metri sul livello del mare, nel punto più alto del territorio comunale e l’altra a Sesto Imolese, a 10 metri sul livello del mare, in uno dei punti più bassi. In questo modo è stata realizzata ed è appena entrata in funzione una vera e propria piccola rete meteo che, integrata con l’osservatorio Scarabelli, posta a 74 m sul livello del mare, consente di fornire una sufficiente quantità di informazioni in tempo reale, orientate ad incrementare l’efficienza d’intervento.

Da 50 anni allo Scarabelli

Da oltre cinquant’anni è in atto una proficua collaborazione fra l’istituto agrario “Scarabelli-Ghini” e il Comune d’Imola, per la fornitura di dati meteorologici rilevati ed elaborati dall’osservatorio dell’Istituto Scarabelli. Da un decennio, poi, viene annualmente formalizzata la collaborazione per il servizio di emissione di previsioni meteorologiche in occasione di eventi atmosferici avversi fra il professor Fausto Ravaldi, ex docente dell’Istituto e componente del Consiglio Direttivo dell’associazione GEOL@B ed Area Blu. Tale ruolo, che comporta un impegno costante di monitoraggio ed elaborazione dati, viene reso possibile dalla convenzione stipulata fra l’Istituto e Geol@b A.P.S., che delega il Prof. Ravaldi all’utilizzo ed alla cogestione dell’osservatorio Scarabelli.

Perché è nata la Rete meteo

L’esigenza di passare ad una vera e propria rete meteo nasce dal fatto che la stazione Scarabelli, posta a 74 m di altitudine, è dotata di moderni sistemi per il monitoraggio dell’atmosfera e del suolo ma, come tutte le centraline meteo, rileva i parametri del solo luogo sul quale insiste. Nell’ambito delle previsioni, l’andamento orografico dell’area e le termiche prodotte dall’isola di calore urbana ne rendono complessa e poco precisa l’attendibilità. «Questo range di altitudine determina microclimi diversi fra loro, sia quando nei periodi invernali caratterizzati da scarsa ventilazione si genera il fenomeno dell’inversione termica, sia quando si verificano fenomeni nevosi o glaciformi soltanto in quote superiori a quelle del piano urbano – spiega Fausto Ravaldi – negli oltre quarant’anni di monitoraggio si è verificato più volte che precipitazioni in forma liquida sul centro città, posto a circa 50 metri, possano essere nevose a 70 o 100 metri di quota,. In questi casi, l’efficienza del sistema spartineve e spargisale può essere rallentata da oggettive difficoltà derivanti da intempestive informazioni».

Da qui la proposta da parte di Ravaldi di integrare la collaborazione in atto con l’installazione di due nuove stazioni di rilevamento meteo, collocate in aree private, e costruire una rete sempre più affidabile nel monitoraggio dell’atmosfera e del suolo, su tutto il territorio comunale.

«La neonata Rete Meteo Scarabelli permette di monitorare, registrare e confrontare dati che fotografano, senza precedenti, il complesso panorama climatologico del territorio comunale. Approfondendo gli studi sulla vocazionalità dei luoghi, si acquisiscono elementi orientativi, verso specie e varietà adatte ai microclimi locali», spiegano il dirigente dell’Istituto Scarabelli Gian Maria Ghetti e Fausto Ravaldi.

«Questa evoluzione permetterà di raccogliere e mettere a disposizione, soprattutto per l’agricoltura, ulteriori dati così preziosi oggi soprattutto quando di parla di acqua, che è il nuovo petrolio per consentire al settore la continuità, la qualità della produzione e garantirne, in certi casi, la sopravvivenza. Inoltre fornirà informazioni utili anche alla gestione di una più efficace azione di intervento in caso di neve e altre avversità climatiche», spiegano l’assessore all’Agricoltura, Pierangelo Raffini e alla scuola Fabrizio Castellari.

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