A Imola la nuova frontiera della risonanza magnetica

Imola

IMOLA. «Con le macchine migliori anche le diagnosi sono migliori, più attendibili» lo rimarca più volte e con convinzione Maria Teresa Zappi, direttrice sanitaria del poliambulatorio di via Cogne 4, da anni all’avanguardia in città in campo radiologico che impegna diverse generazioni della sua famiglia, a cominciare dal marito Dario Bartalena e il figlio Tommaso Bartalena.

Nuovo acquisto

Proprio animato da questo principio, quello cioè di offrire il miglior responso possibile al paziente, lo studio ha sempre continuato a investire e ieri ha presentato la risonanza magnetica di ultima generazione acquistata a dicembre ed entrata in funzione lo scorso 13 gennaio. «Ogni 10-15 anni c’è un’ importante innovazione tecnologica nelle attrezzature Mediche, vedi ad esempio la Mammografia con tomosintesi rispetto alla digitale diretta e quando l’ innovazione è arrivata anche in Risonanza magnetica l’abbiamo subito acquisita – spiega Maria Teresa Zappi –. Si tratta del modello Sola xq della Siemens, allo stato dell’arte il più completo ed accessoriato possibile, in grado di effettuare qualsiasi tipo di esame di risonanza magnetica».
A “mandare in pensione” l’apparecchiatura precedente, in realtà ancora utile , è stato il grado di accuratezza dell’indagine che questa attrezzatura può garantire. Un investimento da un milione di euro, solo per l’acquisto del macchinario, che è solo il secondo di questo tipo già installato in tutta Italia, l’altra si trova all’ospedale Bambin Gesù di Roma, al prima in Emilia Romagna.

Macchina all’avanguardia

Cosa fa di speciale questa risonanza? «Utilizza intanto l’intelligenza artificiale (sistema Biomatrix) che riconoscendo e valutando le caratteristiche corporee del paziente automaticamente sceglie il programma di indagine per avere le immagini migliori possibili – spiegano allo studio –. È dotata di un tunnel ultra largo ed ultra corto adatto anche per pazienti claustrofobici, offre una più alta definizione e dettaglio delle immagini. Garantisce esami ultra veloci, la durata cala del 20-30% in termini di tempo impiegato, grazie a nuove tecniche di accelerazione. Massima silenziosità per aumentare il comfort del paziente. Bobine multicanali per una migliore e più attendibile ricezione del segnale. Una scelta nell’interesse del paziente in quanto gli studi scientifici hanno dimostrato che solo grazie all’utilizzo di una buona macchina è possibile ottenere un buon esame diagnostico».

Patto di fiducia

«Una scelta anche di appropriatezza – dice la dottoressa Zappi –. La Corte di Cassazione nella sentenza numero 4540 dell’ 8 marzo 2016 sancisce che il dovere di informare adeguatamente il paziente prevale anche sul vincolo di fedeltà al datore di lavoro: “il medico operante o la struttura ha l’obbligo di informare il paziente della eventuale inadeguatezza degli strumenti diagnostici e ad indirizzarlo ove le apparecchiature tecniche siano più adeguate alle sue esigenze cliniche”. Le attrezzature utilizzate in sanità non sono tutte uguali e il paziente deve essere adeguatamente informato e fare molta attenzione nella scelta della apparecchiatura con la quale eseguire un esame diagnostico. Il low cost può permetterselo solo chi utilizza attrezzature superate e poco costose. La nostra è una scelta impegnativa, ma io sono nata medico, ho giurato per questo, e medico voglio rimanere, senza tradire mai il patto di fiducia col mio paziente».

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