Imola: enti, aziende e cittadini uniti per le comunità energetiche

Dare un risposta più ampia e condivisa alla questione della sostenibilità energetica. Sia per alleggerire le bollette, di enti pubblici, aziende e cittadini, sia per sganciarsi dalla dipendenza delle fonti fossili. Questo è quanto stanno cercando di fare Imola e l’intero territorio del Circondario. Il progetto si chiama Comunità energetiche rinnovabili.

Risparmio e condivisione

Lo ha fatto il capoluogo imolese, era inizio marzo 2022, quando annunciò l’avvio della prima comunità energetica di natura industriale in regione. Oggi il discorso si amplia. Il tutto con l’intenzione di far crescere la consapevolezza, e la partecipazione, dei cittadini a questa linea green dell’approvvigionamento energetico. Grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, e alla collaborazione di Sinloc ed Energy4Com, da alcuni mesi, è iniziato uno studio particolareggiato su tutto il territorio per permettere, entro giugno, d’intercettare candidature, siano esse di privati cittadini siano aziende o addirittura enti religiosi, per dare vita a tre nuove comunità energetiche da fonti rinnovabili.

«La risposta a una imprescindibile esigenza di sostenibilità – sottolinea il presidente del Circondario, Marco Panieri – intesa in senso ambientale ma soprattutto sul tema finanziario è quanto mai urgente. Per questo come territorio abbiamo deciso di investire, grazie all’aiuto della Fondazione, sul tema per allargare l’esperienza delle comunità energetiche nel territorio. La questione del risparmio e dell’efficientamento e dell’abbassamento del peso finanziario per l’approvvigionamento di energia non ha una sola valenza comunale ma comunitaria».

Sfida lanciata

Adesso è partita la raccolta delle adesioni. Dal 1° maggio al 30 giugno i Comuni pubblicheranno sui propri siti gli avvisi rivolti a cittadini e alle imprese per raccogliere le volontà a partecipare a questo progetto. Potranno candidarsi sia chi ha già impianti di generazione verde di energia e chi è intenzionato a installarli. Ma potranno aderire anche chi si pone come concessionario di superfici dove poter realizzare sistemi fotovoltaici che poi diventeranno nodo di questa rete di produzione verde. Infine potranno partecipare anche quei soggetti disposti a cofinanziare eventuali impianti condivisi.

Da qui dopo il termine della raccolta delle adesioni, le società di consulenza elaboreranno il tutto portando all’attenzione delle amministrazioni le tre dislocazioni delle comunità energetiche pilota e ricontatteranno tutti coloro che hanno manifestato interesse per iniziare a dare concretezza al progetto. Questo iter per dare nuovo inizio alla trasformazione energetica per il comprensorio dovrebbe partire nell’autunno di quest’anno.

Cosa sono

In estrema e non esaustiva sintesi, l’approccio è infatti molto tecnico e virtuale nell’organizzazione pratica, le comunità energetiche rinnovabili sono gruppi di cittadini, imprese e enti che producono, consumano, condividono o vendono energia prodotta da fonti rinnovabili (sole, vento, acqua). I partecipanti, raggruppati in un soggetto giuridico autonomo (cooperativa o altra forma) possono essere produttori e consumatori di energia. Quando i primi, oltre all’autosufficienza energetica, producono più energia di fatto la immettono nella rete con una redistribuzione tra i membri.

Per incentivare la partecipazione sono previsti finanziamenti a sostegno dell’installazione di impianti rinnovabili. Un bando Pnrr finanzierà a fondo perduto il 40% degli investimenti sostenuti dalle Cer avviate in comuni con meno di 5.000 abitanti. Ogni regione si sta inoltre muovendo per finanziare studi di fattibilità o installazione di impianti sul proprio territorio. C’è però un limite rivolto a chi possa far parte delle comunità energetiche ed è quello che non possono essere connessi impianti di potenza nominale maggiore di 1 Mwp.

Alla governance invece sono estromesse le grandi imprese e quelle la cui vendita di energia rappresenta l’attività principale. Le aziende che intendono partecipare come produttori avranno tre vantaggi economici: riduzione dei costi in bolletta, riconoscimento del ritiro dedicato per l’energia immessa in rete e ottenimento della quota di incentivi generati dalla condivisione. Le aziende che intendono partecipare come consumatori otterranno solo la quota di incentivi della condivisione.

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui