Dopo aver fatto rifornimento (50 euro di benzina) al distributore annesso al Conad Carducci alla fine del gennaio del 2021, la sua Jaguar iniziò a sobbalzare, si accese la spia motore e l’automobilista, un avvocato imolese, fu costretto a recarsi in officina e ad affrontare spese per quasi 2.500 euro tra la pulizia del serbatoio e la sostituzione delle candele e degli iniettori. Malfunzionamenti e problemi che, ad avviso del giudice di pace Maria Florio, sarebbero direttamente riconducibili al pieno effettuato quel giorno dal professionista e che sono costati alla società la condanna al risarcimento dei danni e delle spese legali della controparte. Sarebbe dunque stata una partita di carburante alterato ad aver innescato i problemi al motore della lussuosa vettura, nonostante la società (attraverso un dipendente dell’azienda di certificazione e ispezioni) abbia fatto leva sul fatto che il carburante della stazione di servizio viene regolarmente sottoposto a controlli di qualità che non hanno mai evidenziato anomalie. Per il giudice, il fatto che i problemi di carburazione dell’auto siano sorti subito dopo il pieno prova che la causa del malfunzionamento sia riconducibile alla benzina inserita, non potendosi escludere, pur a fronte dei controlli qualitativi regolarmente effettuati dalla società, «una partita di carburante difettato o alterato una volta arrivato al distributore».

Imola, dopo il pieno si blocca la Jaguar. Distributore condannato
