Imola, Daspo urbano: la giunta individua le “zone rosse”

Imola

L’amministrazione comunale mette nero su bianco nel nuovo regolamento di polizia urbana l’elenco delle “zone rosse” dove gli agenti della polizia locale potranno intervenire con il “daspo urbano” per scoraggiare accattonaggio, condotte moleste, disturbo, reati anche minori ma giudicati “fastidiosi” per la vita collettiva. Tutto questo, dice la delibera, in applicazione del decreto Minniti di due anni fa, pensato certamente per le grandi città più a rischio, ma di fatto applicabile ovunque, contestato allora anche a sinistra. Dunque più potere agli operatori di Pl che però al momento, come ha ricordato ieri in commissione il dirigente del settore, sono calati rispetto a un anno fa, passando da 52 a 47, perdendo anche la figura del comandante, dal momento che quello ora in servizio Vasco Talenti ha chiesto il trasferimento.
Le novità
Per poter applicare quella misura occorre dunque esplicitare nel regolamento le zone “a rischio” che la giunta, in particolare l’assessore alla polizia locale Andrea Longhi, ha individuato di fatto un po’ ovunque. Dal centro storico, alle due aree di mercato in viale Rivalta, al parcheggio della Bocciofila, alla stazione ferroviaria e aree attigue, compreso il viale Andrea Costa con l’autostazione. Passando poi all’ospedale nuovo e ai suoi due parcheggi; all’ospedale vecchio e al Cup, poi all’Autodromo e relative pertinenze e nelle strade di arroccamento e parcheggi limitrofi per scendere alla zona del Palazzetto dello Sport e allo Stadio. Quindi il centro sportivo “Ortignola”, tutte le scuole di ogni ordine e grado per una distanza di 100 metri dalla recinzione e anche la Biblioteca comunale e Casa Piani.
Il dibattito politico
La lettura del capogruppo del Pd Roberto Visani è netta: «Le modifiche al regolamento di polizia locale sono solo propaganda fatta da questa giunta al Decreto Salvini e serve solo a nascondere il fallimento e le bugie della Sindaca Sangiorgi che in campagna elettorale aveva promesso dieci agenti in più e dopo un anno si ritrova invece con tre agenti in meno e senza più il comandante della Pm. Pensare di rafforzare la sicurezza con la polizia municipale sotto organico e senza aumentare il presidio del territorio significa illudere i cittadini. L’idea poi di introdurre a Imola delle zone rosse dove applicare in modo indiscriminato il Daspo urbano, allontanando le persone ritenute “fastidiose”, è come mettere la polvere sotto il tappeto: non si risolve il problema ma lo si sposta semplicemente altrove. Queste modifiche inoltre sono state introdotte in maniera unilaterale senza nessun confronto con i servizi sociali, i servizi di salute mentale, il 118, i sindacati e le associazioni di volontariato che si occupano di fragilità sociali. Questo modo di operare la dice lunga di un approccio leghista al tema della sicurezza, estraneo a quella cultura che nella nostra città ha sempre tenuto insieme legalità e umanità». Il Pd ha chiesto un supplemento di tempo prima di arrivare in consiglio comunale per l’approvazione, al fine di sottoporre il testo modificato a sindacati e a tutti questi soggetti che si troverebbero alle prese con l’applicazione del nuovo regolamento. Chi esulta è invece la Lega: «Il Pd che governava Imola solamente un anno fa non ha nemmeno recepito le disposizioni dell’allora suo Ministro dell’Interno sul tema sicurezza e legalità urbana – dice Simone Carapia –. Altro che gli ultimi provvedimenti di Salvini, questi signori che adesso si lamentano sulla sicurezza dai banchi dell’opposizione sono rimasti indietro non recependo nulla sui nuovi strumenti normativi a tutela della sicurezza urbana. Ora con queste modifiche, che la Lega in questi anni ha costantemente richiesto si potranno utilizzare i daspo, e realizzare lotte più concrete nei confronti dei questuanti rispetto e la tutela della legalità, anche mediante mirate iniziative di dissuasione di ogni forma di condotta illecita, compresi l’occupazione arbitraria di immobili e lo smercio di beni contraffatti o falsificati, nonché la prevenzione di altri fenomeni che comunque comportino turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici». «L’introduzione di questo nuovo strumento, previsto nella legge 14/2017, era anche nel programma elettorale del centrosinistra e lo condivido –dice l’ex candidata sindaca del centrosinistra Carmela Cappello –. Perché il tema della legalità e della maggior sicurezza dei cittadini non è ad appannaggio di un solo partito, ma un obiettivo di tutti. Con la particolarità per il centrosinistra di non limitarsi ad una applicazione automatica ed esclusivamente punitiva, ma preoccupandosi di garantirne una operatività “umana”. Per questo ho chiesto che l’amministrazione si faccia promotrice di un protocollo operativo che coinvolga servizi sociali, dipartimento di sanità mentale e croce rossa per definire in concreto quando il Daspo deve essere comunicato anche a loro per gli interventi di ausilio e assistenza».

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