Imola, dal Pnrr 2,2 milioni per il progetto di Hera

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Degli oltre 130 milioni di euro aggiudicati fino a oggi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per progetti del Gruppo Hera dedicati alla Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, alcuni arriveranno anche nel territorio imolese. Nello specifico si tratta di alcuni interventi che forniranno un importante contributo per lo sviluppo sostenibile dei territori.

Impianto fibra carbonio

Allo stato attuale 2,2 milioni andranno all’impianto di recupero della fibra di carbonio che sarà realizzato in via Casalegno a Imola, su un investimento complessivo previsto di circa 8 milioni. Contributi sono arrivati anche a progetti che riguardano la digitalizzazione e automazione delle reti elettriche e che nel Circondario imolese coinvolgono i comuni di Imola e Mordano dove il servizio è gestito da Inrete Distribuzione energia.

Per quanto riguarda Herambiente i progetti finanziati per circa 15 milioni, ricompresi nell’ambito dei progetti “Faro” di economia circolare, sono quattro e riguardano la realizzazione di altrettante piattaforme al servizio del recupero di materia. Uno di questi si presenta innovativo a livello europeo, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche per la rilevanza strategica dei materiali coinvolti: si tratta dell’impianto di rigenerazione delle fibre di carbonio di Imola, che si è aggiudicato oltre 2,2 milioni di euro di fondi dal Pnrr.

L’importanza del recupero

Il progetto, sviluppato da Herambiente in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna e da Curti, prevede la realizzazione in città di un impianto di recupero di materiali compositi contenenti fibra di carbonio, costituiti soprattutto da scarti di lavorazione e finissaggio e manufatti a fine vita, oggi destinati alla discarica. Grazie a un processo di recupero, unico in Italia, basato sulla pirogassificazione, sarà prodotta fibra di carbonio rigenerata con caratteristiche meccaniche analoghe a quelle della fibra vergine.

L’obiettivo è creare un ciclo chiuso nella catena della fibra di carbonio, intercettando gli scarti di lavorazione in tutte le fasi che portano dalla materia prima al prodotto finito, con una particolare attenzione ai settori high-tech. Tra questi motorsport, nautica o aviospazio. In tal modo sarà possibile recuperare e rigenerare la fibra di carbonio per poterla rendere nuovamente disponibile alle filiere produttive.

L’importanza dell’intervento è da leggersi anche in relazione al trend della domanda di fibra di carbonio e dei materiali compositi, di cui si stima una crescita media annua nel medio termine di circa il 10%, con la generazione di un gap tra domanda e offerta che, con la capacità attuale, non verrà colmato.

Il recupero della fibra di carbonio consentirà sia di ridurre questo gap, che di diminuire drasticamente l’impatto ambientale della filiera: la tecnologia impiegata a Imola, infatti, ridurrà almeno del 50% gli impatti e del 90% i consumi energetici rispetto alla produzione di fibre vergini.

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