Imola, cremazioni: possibili ritardi: “Ravenna ha chiuso ai fuori provincia”

Sempre più persone e famiglie ricorrono alla cremazione in case di morte, ma da settembre a Imola la situazione potrebbe complicarsi. «Nel Circondario imolese si stanno sollevando polemiche per quanto riguarda i tempi necessari a cremare i defunti che potrebbero causare ritardi consistenti alle cerimonie funebri. Infatti ci potrebbero essere a breve funerali che slittano di qualche giorno a causa delle tempistiche dei forni crematori».

Lungaggini

A sollevare il caso è il consigliere comunale di Imola, nonché presente anche sui banchi del Circondario, Simone Carapia della Lega. «L’impianto crematorio di Faenza è chiuso dopo l’alluvione del maggio scorso e non si sa quando lo riattiveranno, mentre quello di Ravenna ha una lista d’attesa lunghissima e per questo dal 31 luglio scorso ha chiuso la cremazione dei non residenti provenienti da comuni esterni, come quelli dell’Imolese – fa sapere il consigliere stesso –. A questo punto si limita l’offerta di molto e non rimane che Molinella o Bologna con costi di trasporto e ritiro ceneri sempre più alti: a Bologna la tariffa di cremazione per un non residente è di 650,54 euro. Chiaramente i residenti nei comuni della provincia, dove è ubicato l’impianto, pagano meno e ovviamente hanno un costo inferiore di trasporto della salma alle aree crematorie, infatti a Ravenna per la cremazione di cadaveri di residenti (comuni di Castel Bolognese, Cervia, Faenza e Ravenna) si pagano 509,69 euro iva compresa, mentre per quella degli esterni 637,13 euro Iva compresa; per i resti mortali invece 407,75 euro più iva per i comuni di Ravenna e limitrofi, mentre per i resti di altri comuni 509,69 euro».

I quesiti

Analizzata la situazione, e paventate le lunghe attese, il consigliere pone quindi alcune domande, e comincia dal «perché non è mai stata fatta una convenzione per mitigare i costi con i nostri Comuni? E soprattutto quando, non solo sulla carta o a parole, verrà realizzato un impianto di cremazione per Imola e il suo circondario?»

Oramai, riferisce sempre Carapia, «l’80% dei funerali è fatto con la modalità della cremazione. È paradossale che se da un lato si incentiva questa pratica, dall’altro invece si creano problemi e non si trovano soluzioni e soprattutto la situazione potrebbe degenerare con i funerali che da settembre potrebbero slittare perché riprendono i lavori di riordinamento ordinari nei loculi trentennali scaduti, con conseguente cremazione dei resti mortali, che andrebbero a complicare ultimamente una situazione che sta diventando sempre più critica».

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