Imola, costruita una via in sei ore per salvare quintali di latte: “Il nostro mondo non esiste più”

«Il nostro mondo non esiste più. Non abbiamo più i riferimenti storici». A Devis Tattini, imprenditore agricolo di Fontanelice della tenuta Capanaza sopra la trattoria Bicocca, che ricade nel Comune di Casalfiumanese, basta un esempio per far capire come si può ritrovare oggi la Vallata dopo le ultime violente frane. In montagna da sempre è la natura stessa a offrire segni di riferimento: un albero, un rio o un crinale. Molti di questi sono cambiati: «Avevamo una quercia secolare che superava i quattro metri di circonferenza. Era pure un riferimento catastale. Non c’è più». All’indomani della seconda ondata di piogge insieme ad alcuni colleghi ha scongiurato il rischio di buttare quintali di latte perché la sua stalla era isolata e al momento, con parte dei campi franati, è sfollato a Fontanelice dai parenti. Non per questo si abbatte. Anzi, con l’ironia trasmette la determinazione a fare tutto il possibile: «Con dieci soci stiamo cercando di recuperare la trebbia che è bloccata a Posseggio, un luogo che in pratica non esiste più ma in qualche modo faremo. Ci serve assolutamente», racconta sdrammatizzando. La voce è di chi ha fiducia nel fatto che alla fine, un modo per far le cose, lo si trova sempre.

La casa vecchia tiene

Sembra paradossale ma è andata proprio così. A rompersi sono stati i muri della casa più “nuova” mentre quella vecchia e la stalla sono sicuri, tanto che sono diventati il rifugio per la famiglia e per animali di stalle vicine. «Sono venuti i geologi e gli esperti della Protezione civile a fare i rilievi, l’Amministrazione è stata pronta – racconta Tattini –. Ci hanno spiegato che la casa vecchia e i capannoni sono a posto perché sorgono proprio sulla dorsale appenninica. Cioè o viene giù l’Appennino oppure quelli non si muovono. Il grande problema è la casa. La mia non è più agibile, si sono rotti i muri e gli spigoli. Servirà un intervento oneroso. Ora i miei genitori sono tornati nella casa vecchia mentre io sono a Fontanelice».

La stalla

Per fortuna la stalla non ha subito danni e, anzi, ha offerto riparo anche ai capi di un altro allevatore: «Ora abbiamo circa settanta animali, con anche quelli di Tommaso Mazzanti, tra mucche pezzate rosse, simmental e frisone». La cosa incredibile è che nonostante la strada distrutta per arrivarci non si è perso «nemmeno un litro di latte. A metà maggio non si poteva passare e non avevamo modo di conservare il latte per molto. Perciò nel giro di sei ore l’abbiamo rifatta – spiega Tattini – con mezzi nostri e scavatori di amici». Più che rifatta, ne hanno proprio fatta un’altra da capo: «Vi abbiamo fatto il fondo e messo la ghiaia. Ora ci passano di nuovo i camion del latte» per un’azienda toscana. Anche gli 80 ettari coltivati hanno subito danni: «Circa il 30% della produzione è persa ma è la preoccupazione minore. Dove ci sono le frane, come ad esempio la porzione di bosco che dal monte Cappello è franata “in piedi” in mezzo al campo di erba medica, cercheremo di girarci intorno». «So che il nostro territorio non tornerà mai più come prima, ma anche chi c’era prima di noi non l’aveva mai visto come l’avevo conosciuto io», conclude Tattini, partecipe consapevole dell’evoluzione della Vallata.

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