Imola contro Rimini è un derby vero: due città di basket con il cuore biancorosso

Il derby numero 2. RivieraBanca Rimini-Andrea Costa, che andrà in scena domenica al Flaminio prevedibilmente di fronte ad una bella cornice di pubblico, rappresenta senza dubbio la seconda rivalità più sentita in Romagna, dietro quella inarrivabile fra riminesi e forlivesi. Inutile raccontare storie, la tradizione conta qualcosa, come pure il “sentito” all’interno delle varie città e, per la palla a spicchi, Forlì, Imola e Rimini (in rigido ordine alfabetico) hanno qualcosa in più rispetto alle altre. Ravenna è la patria del volley, si sa, e il calcio ha un legame forte con i ravennati; a Faenza il basket femminile resta più radicato e seguito di quello maschile, pur in crescita; a Cesena, risultati a parte, il calcio vive semplicemente su un altro pianeta.

A Forlì, Rimini e Imola invece la palla a spicchi è al centro del villaggio e le rivalità fra le opposte tifoserie si sono consolidate sia per ragioni oggettive (tanti campionati disputati assieme), sia per il reciproco rispetto basato sulla passione comune. I periodi storici hanno poi portato l’Andrea Costa e l’allora Basket Rimini ad incrociarsi ripetutamente, fra B1, A2 e A1, proprio mentre iniziava la fase calante (fino alla sparizione) della Libertas Forlì. Del resto per l’Imola biancorossa che, nel 1990, si trovò a giocare per la prima volta nella propria storia al Flaminio alla quarta giornata della B d’Eccellenza, espugnandolo (88-90 ai supplementari) e trovandosi così a punteggio pieno in testa al campionato, Rimini non poteva che costituire il “rivale” da puntare. Dopo aver sorpassato la Virtus Imola (pure lei, poi “scomparsa”) e con le bolognesi distanti anni luce per seguito e potenziale economico, l’Avversario con la A maiuscola doveva essere Rimini.

Tante le sfide da ricordare, già quella del ritorno al Ruggi nel 1991, decisa dall’incredibile fiammata finale di un certo Carlton Myers, passando per l’annata 1996-1997 con entrambe le squadre in lotta promozione (in A1 ci salì la Koncret dei giovanissimi Scarone e Righetti), finanche al match del Flaminio dell’11 marzo 2001. La Lineltex, trascinata da Fazzi e Dioumassi, espugnò Rimini per 91-87, conquistando quel 2-0 negli scontri diretti che, a fine stagione, fu determinante per la retrocessione in A2 della Vip (le due romagnole terminarono a braccetto a quota 22). L’Andrea Costa, ormai in fase calante, raggiunse Rimini in A2 12 mesi dopo e lì le sfide continuarono, con netta prevalenza dei Crabs e la chicca del match al Pala Cattani del 2003-2004 deciso pro-Imola dal riminese Andrea Vitale, fresco di cessione proprio da una sponda all’altra. L’età d’oro delle due contendenti era però terminata da tempo, l’entusiasmo delle tifoserie un po’ meno vivo, e la messa in liquidazione dei Crabs nel 2011 chiuse il cerchio … in negativo.

Da quel momento Andrea Costa e Rimini (chiamatelo come volete) si sono perse di vista e c’è voluta l’auto-retrocessione decisa dal club di via Valeriani per tornare al derby, l’anno scorso. Le limitazioni imposte dal Covid annacquarono inevitabilmente le partite del 2020-2021 e in parte anche l’andata del novembre scorso, pur giocata in un Ruggi “caldino”. Domenica, però, al Flaminio sarà diverso: la Rbr sta viaggiando a mille verso una promozione che vuole e merita, l’Andrea Costa intende godersi fino in fondo un campionato sopra le righe. Poco importa che, probabilmente, le due grandi rivali prenderanno strade diametralmente opposte, con Rimini decisa a scalare la piramide e Imola impegnata soprattutto a sopravvivere (con all’orizzonte un prossimo derby cittadino, vista la certa promozione della Virtus Spes Vis), perché domenica due tifoserie che vivono di pallacanestro e “conoscono” il gioco si godranno l’ennesimo capitolo di quella saga iniziata proprio al Flaminio più di 31 anni fa.

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