Superbonus 110%? Un intervento assolutamente legittimo per qualsiasi condominio. A fronte dei rischi che rimangono in carico ai committenti, però, questa misura suscita più di una perplessità e di una preoccupazione quando fra questi c’è una persona o una famiglia che si trova in condizioni di fragilità economica ed assistenziale. E’ il caso, per esempio, di un cittadino imolese, con un familiare malato a carico e seguito dai servizi sociali, che con l’approssimarsi dell’assemblea condominiale per l’approvazione della delibera per dare il via ai lavori ha deciso di chiedere assistenza ad un avvocato perché venga indicata nero su bianco la sua contrarietà.
Troppe incognite
Considerando i rischi, «da una parte vi è una notevole incertezza in quanto è fatto noto come i fondi per il 110% siano terminati già a giugno 2022 – sottolinea il legale Emanuele Magnani, a cui l’imolese si è rivolto, in una lettera indirizzata all’amministratore di condominio – e che il nuovo Governo debba ancora decidere se e come rifinanziarlo: è a conoscenza dei più che si stia parlando di un possibile 90% e non più 110%».
Inoltre, «nella degenerata ipotesi in cui dovessero essere accertate ipotesi di irregolarità legate alla fruizione dei benefici agevolativi, come pure all’assenza totale o parziale dei requisiti normativi previsti dalla disciplina istitutiva del credito, ovvero alla loro perdita – aggiunge –, il beneficiario sarà tenuto a corrispondere all’Agenzia delle Entrate l’importo relativo alla detrazione non spettante, in uno con i maggiori interessi e sanzioni tributarie».
A stabilire le conseguenze per i committenti in caso di irregolarità sono il decreto legge 34/2020, nonché circolari, provvedimenti direttoriali e protocolli dell’Agenzia dell’Entrate degli ultimi due anni.
Esclusione totale
Tutti rischi che l’imolese non è disposto a correre. E per questo ha già anticipato all’amministratore che, nel caso in cui la maggior parte dei condomini dovesse esprimere parere positivo sulla delibera che dà il via ai lavori, chiederà di essere escluso da tutti i benefici, gli oneri e le conseguenze che deriveranno dalla sua approvazione, che resteranno a carico dei soli vicini che hanno votato a favore.
Dalla sua parte l’imolese ha lo stesso decreto legge 34/2020, che ha reso la spesa per gli interventi di riqualificazione energetica di un immobile non vincolante per i condomini che non sono d’accordo. E, più recentemente, questo orientamento è stato confermato dall’Agenzia delle entrate.
Gradirei che l’avvocato mi risponda,come fa un condomino a rinunciare se le parti comuni sono di tutti? allora se non vuole i benefici di quello stabile deve cambiare casa e cercarsi una singola perche chi accetta di abitare in un condominio sa gia che le spese di ristrutturazione dello stabile sono a carico di tutti gli abitanti nello stesso.
Altro e per l’ascensore se un condomino non ne vuole usufruire puo benissimo essere escluso ma le facciate esterne,terrazzi,scale ecc.ecc.non puo.