Imola, Comune e giudice di pace in lotta sulle condanne alle spese

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Dalla condanna del Comune di Imola al pagamento alle spese legali in due sentenze del giudice di pace per infrazioni al codice della strada potrebbe nascere una faida “simbolica” tra l’Amministrazione e l’organo della magistratura. Secondo il comandante della polizia locale Daniele Brighi, che ieri in commissione Bilancio ha illustrato i primi dati di un monitoraggio sulle sentenze, su domanda della presidente Rebecca Chiarini, «ultimamente i giudici di pace stanno condannando anche alle spese legali. Perciò stiamo valutando di ricorrere per dare un messaggio». Dall’ufficio del giudice di pace però la situazione appare diversa, anzi contraria: la condanna alle spese non è quasi mai disposta, dicono.

Il caso

Il tutto è nato da due sentenze di condanna al Comune che hanno prodotto il debito fuori bilancio di cui si è discusso ieri. Le cifre, rispetto agli esiti paventati, sono esigue: 300 euro la prima per un ricorso del 15 dicembre e 459,14 euro, di cui 159,14 di spese di precetto, per uno del 22 luglio 2020. Ciò che ha fatto storcere il naso all’Amministrazione, dunque, non è stato tanto l’importo quanto il fatto che vi sia stata la condanna alle spese legali. Dato che «il monitoraggio è stato avviato solo nelle ultime due settimane e contiamo di avere un quadro a settembre» ha risposto Brighi, quanto pesino in totale le condanne sul bilancio ancora non si sa ma i numeri dei ricorsi sono noti. «Nel 2021 sono stati 188 in totale. Ogni anno ci aggiriamo su una media di 170, 180, meno dell’1% delle sanzioni. È la soglia fisiologica – ha affermato Brighi –. Ma abbiamo registrato un aumento degli accoglimenti. Di questi 188 ricorsi 124 sono stati accolti. Va detto che il Giudice di pace decide secondo equità e non secondo giustizia, quindi potrebbe dare ragione al cittadino nonostante la norma, però si tratta di una tendenza significativa». Per dare un’idea il comandante ha aggiunto che «nella novantina di ricorsi davanti al Prefetto ligio alla legge invece risultiamo avere quasi sempre ragione». Il vero problema però sarebbe che «fino a poco tempo fa con l’accoglimento vi era la compensazione delle spese e questo non comportava un danno significativo. Ultimamente però i giudici di pace stanno cominciando a condannarci anche alle spese legali».

Giudice di pace

Ecco perché Brighi afferma di stare «valutando di ricorrere contro il giudice di pace, per dare un messaggio. Stimati i danni quando perdiamo, se sono significativi vale la pena fare ricorso. Per sanzioni importanti, che portano più spesso a un ricorso, con la condanna alle spese si può arrivare a pagare anche 2.000 euro in media». Dall’ufficio del giudice di pace però la situazione appare diversa, la tendenza è anzi alla compensazione delle spese nonostante una indicazione del Tribunale alla condanna delle spese legali nei casi in cui sia presente l’avvocato.

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