Imola, ciclovia del Santerno: “Servono almeno 1,5 milioni”

Se si parla di Ciclovia del Santerno in tanti, almeno una volta nell’ultimo anno, possono dire non solo di averne sentito parlare ma addirittura di averla percorsa in bicicletta, in mountain bike, a piedi o di corsa anche soltanto per pochi chilometri. Una passione, uno svago del fine settimana o un divertimento, chiamatelo come volete, che però l’alluvione ha spazzato via in quello scenario apocalittico capace, anche nel Circondario, di distruggere strade, isolare frazioni, allagare abitazioni e costringere tante persone a scappare dalle proprie abitazioni. E così la tanto amata ciclabile lunga 44 chilometri, inaugurata nel luglio di un anno fa, che collega Mordano a Castel del Rio, passando per Imola e la Vallata, è diventato più un gigante ferito in attesa di cure.

«La Ciclovia è stata ovviamente chiusa in via precauzionale nei giorni dell’alluvione per garantire la massima sicurezza ai cittadini, ai quali anche di recente abbiamo ricordato che è pericoloso percorrerla per via degli smottamenti e degli argini instabili – fa sapere il presidente del Circondario e sindaco di Imola, Marco Panieri –. Chiusura, per questo, valida comunque tuttora tranne che, vista la lunghezza e la complessità del tracciato, nei tratti interessati da strade o piste ciclabili già esistenti».

I punti critici nel dettaglio

Nel dettaglio, i punti che presentano più criticità si concentrano «da Mordano a Imola, compresa la zona di San Prospero, a causa dell’acqua del fiume Santerno che ha rotto o comunque rovinato gli argini dove la Ciclovia si sviluppa – spiega Panieri –. In Vallata, invece, i cedimenti sono avvenuti per colpa delle numerose frane che hanno martoriato quelle aree».

Danni ingenti da calcolare in fretta, se si vuole poi accedere ai risarcimenti. «Nei giorni scorsi abbiamo dato mandato ad Area Blu di svolgere le ricognizioni del caso e completare tutti gli approfondimenti in modo che possiamo redigere il documento e richiedere i danni al Governo come stabilito dal decreto alluvione – precisa –. Importi più precisi li avremo sicuramente la prossima settimana, ma stimiamo siano attorno a 1,5 milioni di euro».

Prospettive future

Una volta arrivate le risorse, sempre si spera in tempi relativamente brevi, dovranno iniziare i lavori di ricostruzione. Non saranno però interventi semplici, tanto che sono già due le incognite al momento. «Alcuni tratti saranno abbastanza facili da sistemare, altri invece sappiamo già essere più complessi – ammette Panieri –. Per questo dovremo valutare se ripristinare il percorso originario o pensare a soluzioni alternative».

Parlare, quindi, di riapertura totale della Ciclovia ad oggi è pura utopia. «L’emergenza ci porta a lavorare su più tavoli – conclude il presidente del Circondario –, ma il nostro impegno nel rimettere al più presto in sesto un punto di riferimento per il cicloturismo e per il nostro territorio è totale».

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