Imola, Cefla firma un computer da 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo: è il 4° più potente al mondo

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C'è il marchio della cooperativa Cefla di Imola su Leonardo HPC, che nella lista TOP 500 è il 4° Supercomputer più potente al mondo. Cefla e Gruppo ICM assieme a DBA Group, sta costruendo la “casa di Leonardo”, all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi a Bologna, il complesso realizzato da Pier Luigi Nervi 70 anni fa.

Dall’inizio dello scorso anno Cefla e Gruppo ICM, insieme ai progettisti di DBA Pro - dopo essersi aggiudicati la gara da 45 milioni di euro, indetta da Cineca, per la progettazione e la realizzazione delle opere di adattamento dei capannoni noti come “Botti” all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi di Bologna - stanno lavorando assiduamente per completare la casa del Supercomputer Leonardo. “Archiviare, ordinare, condividere, processare e interpretare questi dati, i cosiddetti big data, è diventata la grande impresa di oggi - spiega Alessio Mauri, Direttore Tecnico di Cineca, che oggi è il maggiore centro di calcolo italiano - Con una potenza di calcolo fino a 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo, il supercalcolatore finanziato da EuroHPC JU e Ministero dell’Università e della Ricerca avrà una capacità di archiviazione di oltre 100 petabyte (vale a dire oltre 104 milioni di gigabyte) e sarà al servizio di università, laboratori e aziende: potrà supportare la ricerca scientifica e il mondo produttivo nell’innovazione e digitalizzazione”. L’Emilia-Romagna, e così anche l’Italia, sta diventando leader nella transizione digitale, tra reti, big data e supercalcolo: una vera e propria Data Valley che oggi trova il suo centro proprio a Bologna, presso il Tecnopolo.

La stanza dei bottoni

Cefla - che oltre a realizzare gli impianti del datacenter è capogruppo dell’ATI costituita con il Gruppo ICM per la parte edile e DBA per la parte di progettazione – ha realizzato «stanza dei bottoni» che ospita Leonardo, con i server e i sistemi di archiviazione, ordinati dentro una serie rack dal peso complessivo di oltre 340 tonnellate. La sala, tutta in cemento armato, è stata studiata per garantire la massima resistenza agli eventi sismici e agli incendi. Attraverso le griglie a pavimento esce l’aria che serve a raffrescare l’ambiente, mentre la maggior parte dei rack vengono raffreddati ad acqua.

La nostra esperienza nella realizzazione di datacenter è consolidata, e siamo molto orgogliosi di aver preso parte a questo progetto così importante e sfidante. Per far funzionare il supercomputer - spiega Massimo Milani, direttore della Business Unit Engineering di Cefla - servono 10 Megawatt di energia elettrica. Per mantenerlo a una temperatura costante di 32 gradi sono necessarie quattro centrali. Per il 95% il raffrescamento è ad acqua e per il 5% ad aria. Le centrali ricevono acqua calda e la raffreddano con drycooler per poi reimmetterla in circolo: si tratta di mille metri cubi che scorrono nel sottosuolo lungo 4 tunnel all’interno di 5 chilometri di tubature. Un altro aspetto rilevante - conclude - è stato il fatto di dover gestire complesse esigenze impiantistiche all’interno di un edificio storico, con vincoli architettonici e strutturali da rispettare”.

Al primo piano si trovano le centrali di trasformazione e distribuzione dell’energia elettrica. “Qui sono stati posizionati 8 trasformatori da 2,5 Mw - aggiunge Samuele Pasini, Project Manager della BU Engineering - da 6 tonnellate l’uno. Prima di installare il pavimento sopraelevato, per posizionare tutte le apparecchiature elettriche, è stato realizzato un piano di carico provvisorio”. Nelle stesse centrali si trovano i gruppi di continuità statici, che in caso di black out garantiranno 6 minuti di autonomia per consentire ai gruppi elettrogeni di entrare in funzione.

L’inaugurazione si terrà all’interno della botte B4 e per riscaldare il volume verrà utilizzato il calore prodotto da Leonardo. “L’impianto di riscaldamento è stato realizzato spillando acqua riscaldata dal Supercomputer Leonardo (a circa 46°C) - racconta Daniele Spada, capo commessa Cefla - e attraverso uno scambiatore di calore vengono alimentate le batterie di due UTA - da 20.000 metri cubi ciascuna - che spingono l’aria calda delle canalizzazioni all’interno della botte B4 che ospiterà l’evento. Considerando 300kW di potenza termica per 8 giorni di funzionamento (quelli previsti da Cineca per gli eventi di questi giorni) abbiamo un consumo complessivo di 57.600kW/h. Se la stessa potenza la dovessimo sviluppare con una caldaia a metano in otto giorni verrebbero consumati circa 5.700mc di combustibile”.

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