Imola, campagna elettorale finita. L'appello dei candidati sindaci

Imola

IMOLA. Una campagna elettorale a distanza, precipitosa eppure rallentata dalla spada di Damocle della pandemia. Una campagna elettorale in mascherina. Fra chi si è fatto avanti allo scoccare di un inedito e devastante lockdown, come Carmen Cappello, la prima in assoluto a lanciarsi nell’agone, e chi timidamente è arrivato in corsa, benché ampiamente annunciato, come Marco Panieri, c’è chi è comparso a sorpresa come Ezio Roi o Andrea Longhi, chi ha aspettato, e a bocce ferme si è fatto avanti per ultimo, come Daniele Marchetti. Pochi comizi, molta campagna social che però non ha fatto meglio e di più dei confronti dal vivo a cinque che hanno preso corpo solo nelle due ultime frenetiche settimane. Tanto fair play, anche troppo a volte per un elettorato che forse aveva anche un po’ voglia di dimenticare i toni esasperati di appena due anni fa, ma che in qualche occasione forse si è anche assopito un po’. Quella febbre per il cambiamento che si è raffreddata per effetto degli effetti collaterali più che per un normale decorso, questa volta non si è respirata. Nessuno azzarda pronostici, magari i sondaggi chiusi a chiave nei cassetti non sono così netti, oppure nessuno si fida più come un tempo. In questa campagna elettorale senza troppi attacchi diretti né colpi di scena, neanche la doppia comparsata di un Matteo Salvini che solo fino a gennaio avrebbe nutrito stuoli ben più nutriti di fans, è riuscita ad alzare i toni. Di mezzo c’era stata già la vittoria, poco scontata fino all’ultimo, del centrosinistra alle Regionali di gennaio, e la star politica nel frattempo era cambiata e aveva preso le sembianze di un presidente di Regione volitivo in tempi di emergenza sanitaria. Con un’amministrazione commissariata a oltranza, gestita con aplomb istituzionale dal tecnico dello Stato Nicola Izzo, è stato anche più difficile additare qualcuno. Si è usato quindi un po’ del poco tempo per rivangare il passato recente; qualcuno lo ha fatto più di altri, come ad esempio Cappello e Longhi più dello stesso Roi che con non poco coraggio si è ricandidato per un Movimento 5 Stelle uscito a pezzi dalle dimissioni di Manuela Sangiorgi. Del passato hanno invece parlato poco o niente Panieri e Marchetti, i due più giovani, «scambiati spesso al mercato, ma solo per l’aspetto», come ha anche scherzato il primo dei due in qualche occasione. Hanno calcato le differenze reciproche e alla fine il confronto si è concentrato fra loro due, espressioni delle coalizioni più ampie: solo partiti al centrodestra, un partito e tante civiche dalla parte del centrosinistra. Per i due, e per il centrosinistra in particolare, la spina nel fianco alla fine sarà proprio di natura civica: quella compagine messa in piedi da Carmen Cappello, che nel proprio mirino ha tenuto sempre solo il centrosinistra. Fino all’ultimo, anche ieri, instillando il dubbio via comunicato stampa che lo stesso Panieri sarebbe in odore di Parlamento in caso di crisi di governo, risvegliando così uno degli spauracchi peggiori di cui gli elettori imolesi certamente si sono stufati: le dimissioni anticipate di un sindaco. Panieri ha risposto dalla piazza ieri sera: «Di qua non se ne andrà nessuno». Se per “arrivare” questa volta basterà un solo giro, e non due come nel 2018, lo diranno gli imolesi a inizio della prossima settimana. Intanto a tutti abbiamo rivolto la stessa domanda: «Perché gli imolesi dovrebbero eleggerla sindaco di Imola, e nel caso venga eletto a quale sua azione di governo darà la priorità assoluta?».

Carmela Cappello: «Un voto libero per rialzare Imola». Il voto utile è solo uno, quello libero. Da Imola daremo corpo a questa grande verità nascosta della politica italiana. Così facendo, gli elettori possono e devono scegliere con il cuore. E hanno la possibilità e la libertà di farlo in diversi modi. Ancora oggi, invece, i partiti politici raccontano l’esatto contrario: dicono che bisogna votare questo o quello; parlano di minacce se non si vota l’uno oppure di incredibili opportunità se, invece, si vota l’altro. Queste sono pure menzogne, che mancano profondamente di rispetto agli elettori. La verità è che i partiti, in questo modo, hanno cercato di uccidere il civismo, sopprimendo la volontà dei cittadini, perché il vero civismo ha la possibilità di esprimersi al meglio solo se svincolato dalle logiche dei partiti.
Noi vogliamo puntare la luce sul fatto che gli elettori possono fare quello che si sentono. E lo possono fare in tanti modi, sui quali non si fa mai chiarezza: possono votare solo la candidata o il candidato sindaco che vogliono alla guida della comunità, come possono scegliere lei o lui e una lista collegata, oppure lei o lui e una lista che sostiene un’altra candidata o un altro candidato sindaco. Intanto, abbiamo creato e stiamo dando circolazione a un sito dedicato al voto libero di Imola che spiega, con chiarezza, quello che si può liberamente fare con la scheda elettorale. Da Imola, il 20 e 21 settembre offriremo un grande esempio di successo del voto libero, arrivando al ballottaggio e vincendo. Cosa faremo subito dopo? Saremo coerenti con quello che andiamo dicendo da settimane. La nostra priorità è chiamare a raccolta tutta la comunità: i candidati sindaci, il mondo delle imprese, quello del terzo settore, i sindacati, il volontariato, la diocesi. Perché c’è bisogno dell’impegno e delle idee concrete di tutti per fare rialzare Imola dopo anni di immobilismo.

Andrea Longhi: «Alla politica servono persone trasparenti». Questa campagna elettorale è stata un’occasione importante per manifestare con forza il nostro impegno a favore di Imola e degli imolesi. Orgoglioso e convinto della squadra che mi ha supportato in questo percorso con un programma che abbiamo condiviso e in cui crediamo fortemente. Ho stretto tante mani (non fisiche in tempo di Covid) di amici e nuove conoscenze, al banchetto sono stato salutato con un sorriso, incoraggiato ad andare avanti. Ho incontrato i rappresentanti del mondo associativo, dello sport, dell’imprenditoria, del sociale per confrontarci sulle possibili azioni da mettere in campo per il bene di Imola. Siamo stati, come lista, gli unici a mettere in luce come la politica abbia necessità di persone trasparenti guidate soltanto da quell’interesse che è il fabbisogno della collettività. Mi pongo al servizio del cittadino perché sono fermamente convinto che dal bene comune derivino i successi di un’amministrazione. Non sempre abbiamo trovato i favori della stampa così, piccoli come siamo, ci siamo messi in moto per raggiungervi il più possibile. Ora la parola passa a voi, nel democratico esercizio che è il voto. Fatene un buon uso ma soprattutto andate a votare. Se la vostra scelta ricadrà su di me posso solo dire che non mi tirerò indietro di fronte a nessun ostacolo, che assolverò al mio mandato con impegno e dedizione per la nostra Imola e per tutti i cittadini. Se dovessi essere eletto sindaco di Imola in questo momento molto delicato, la prima cosa che farei è cercare di concertare dei tavoli tecnici con cooperative, associazioni di categorie e sindacati per risolvere le problematiche in campo del lavoro che potrebbero insorgere a seguito dell’emergenza pandemica che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo. Prioritario è per me cercare di ripristinare quella serenità per le imprese e per i cittadini che solo un buon piano per la sicurezza può garantire dalla criminalità.

Daniele Marchetti: «Siamo una squadra con Imola in testa». Imola ha sempre avuto grandi potenzialità economiche con rapporti internazionali ed è stata, negli anni, punto di riferimento e congiunzione fra l’Emilia e la Romagna. Il mondo, però, è cambiato velocemente e più volte negli ultimi decenni. È mutata la politica, l’economia, è cambiata la società. Abbiamo vissuto la crisi del 2008 e la pandemia odierna. Imola ha atteso, ha vissuto questi anni senza adattarsi, immobile sulle scelte politiche rosso-gialle. Sono convinto che con noi Imola tornerà ad essere un faro illuminato di questa regione. Le aziende, gli imprenditori, le cooperative hanno la storia e le caratteristiche per riconquistare il mercato, devono solo essere lasciate libere dall’opprimente burocrazia statale, regionale e comunale. Oggi, per via delle politiche fallimentari del centrosinistra, Imola è diventata un paesone della periferia della Città Metropolitana di Bologna. Questo non è il suo posto. Abbiamo le potenzialità per ripartire e riaffermare il nostro valore dal punto di vista economico e sociale. Abbiamo storia, arte, cultura, tradizione per i motori, senza dimenticare le nostre eccellenze enogastronomiche. È necessario lavorare per mettere in sinergia questi elementi, per legare la scuola all’impresa e garantire i servizi alle nostre famiglie. Il nostro obiettivo è proprio questo: creare un sistema Imola, per promuovere il nostro territorio e attrarre anche nuovi investimenti. Abbiamo il dovere morale di garantire un futuro a tutti, alle famiglie, agli anziani, ai bambini, agli ultimi. Abbiamo IMOLA IN TESTA, quante volte l’ho ripetuto in questa campagna elettorale. Vogliamo, e lo ripeto, vogliamo voltare pagina con le vecchie logiche del passato, caratterizzate da posizioni ideologiche, vogliamo premiare la competenza e la meritocrazia, vogliamo ripartire dal cittadino. Siamo una squadra che abbiamo “Imola in testa”, dateci fiducia, venite con noi!

Marco Panieri: «Abbiamo un progetto per l’Imola del futuro». Chiediamo il vostro sostegno non per noi, non contro qualcuno ma esclusivamente per realizzare un progetto chiaro e concreto per Imola che non lasci indietro nessuno. Queste elezioni determineranno in maniera decisiva il futuro della nostra città.
Vogliamo un’amministrazione che crea nuove opportunità lavorative, che torna ad essere il motore di una alleanza tra il lavoro e l’impresa: nei prossimi cinque anni ritorneremo alla buona e piena occupazione. Nessun imolese può ripiombare nelle incertezze e nelle divisioni che hanno paralizzato la nostra città negli ultimi due anni. Una città che investe sulla cultura, sulle competenze e sul talento dei giovani. Una Imola che sia al centro del sistema relazionale istituzionale metropolitano, regionale ed Europeo.
Una città che difende la sanità pubblica e che investe nello sviluppo di un nuovo patto fra ospedale e territorio, garantendo la prossimità dei servizi con il progetto della Casa della Salute. Occorre essere al fianco di chi vive un momento difficile e oggi si sente solo, includendo e accogliendo.
L’emergenza sanitaria ci ha ricordato che le priorità sono Sanità e Istruzione, così come il senso di comunità. Sono gli investimenti per rigenerare scuole e servizi, insieme alla completa digitalizzazione della città, le priorità per costruire insieme una città europea e resiliente.
La nostra proposta per Imola è differente perché trova le sue basi nei valori di comunità e di Resistenza che i nostri nonni ci hanno tramandato e che noi dobbiamo custodire.
Imola è il trattino che unisce l’Emilia e la Romagna. Noi siamo chi unisce, non chi divide. Siamo pronti, con un programma concreto, con una squadra plurale e competente. È ora di tornare a correre. Non possiamo più aspettare, nemmeno un giorno.

Ezio Roi: «Non perdiamo altro tempo, il mondo è cambiato». Cittadine e cittadini di Imola, non è più accettabile il ritardo nella realizzazione di una politica che ponga come primo obiettivo la tutela dell’ambiente come tutela della vita e della salute delle persone e di tutti gli esseri viventi. Il nostro Movimento e il nostro programma sono nati per questo scopo! Guardiamo al futuro, pensiamo alla necessità di cambiare profondamente il modo di amministrare il nostro territorio per migliorare la qualità della vita di tutti. Abbiamo bisogno di voi e del vostro sostegno però, per realizzare il sogno politico di una società diversa. So che molti di voi già due anni fa ci avevano dato fiducia. Credetemi: nessuno più di noi è deluso da quanto è accaduto. Ma i fatti sono ormai noti a tutti: si veda anche la sentenza di archiviazione nei confronti del nostro ex capogruppo da lui pubblicata su un Social due giorni fa che ha ulteriormente rimarcato la realtà. Il MoVimento 5 Stelle è stato “utilizzato” da persone esterne: questo ormai gli imolesi lo hanno capito. Non abbiamo avuto alcuna possibilità di portare a termine il cambiamento promesso, ma siamo pienamente decisi a farlo se ce ne darete l’occasione. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di nuove opportunità economiche e lavorative, opportunità che la Regione continua a destinare altrove. Abbiamo bisogno di mansioni nuove, all’interno di realtà economiche che mettano in primo piano l’ambiente, vero fulcro dell’economia futura. Se vinceremo questa sarà la priorità iniziale: aprire tavoli economici di concerto con stakeholders, associazioni e comitati per attrarre investimenti e lavoro sulla mobilità elettrica nella nostra città e nel nostro Autodromo. Siamo già in ritardo rispetto ad un mondo che va in quella direzione con una rapidità incredibile, non perdiamo altro tempo!

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui