Imola, camminata del Cai: "No all'ampliamento della cava"

Imola

«Salviamo la Vena del gesso. No all’ampliamento della cava di Monte Tondo». Anche la sezione di Imola del Cai-Club alpino italiano interviene nel dibattito sulla cava di gesso sull’Appennino imolese e faentino. E sabato prossimo organizza un’escursione “di protesta” lungo i confini, «per far vedere sino a dove la cava potrà espandersi e quali fenomeni carsici e paesaggio può distruggere se le pubbliche amministrazioni continuano ad autorizzare nuovi ampliamenti». Una situazione contraddittoria, se si pensa che la Regione Emilia-Romagna ha appena candidato la Vena del gesso romagnola, peraltro già sito di interesse comunitario, a Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco.

«Dimensioni insostenibili»

Dal 1958, le attività della cava di Monte Tondo hanno causato «criticità ambientali devastanti – non usa mezzi termini la sezione di Imola del Cai – in un territorio patrimonio di emergenze naturalistiche, speleologiche e archeologiche di rilevanza internazionale. Questa cava ha raggiunto dimensioni insostenibili e drammatiche».

E nonostante lo studio commissionato dalla Regione suggerisca di considerare l’attuale periodo di attività come l’ultimo possibile e concedibile, inserendo opportune clausole di salvaguardia negli atti autorizzativi corrispondenti, «in questi molti anni a disposizione, nulla è stato fatto in tal senso – aggiunge il Cai cittadino –, e la multinazionale, spinta dai propri interessi economici, chiede di poter continuare a estrarre, in barba ad ogni prospettiva di futuro sostenibile per questo territorio e contraddicendo le stesse amministrazioni locali nel loro appoggio alla candidatura Unesco». Insomma, «riteniamo sia il momento di ribadire con forza la nostra contrarietà a qualsiasi possibilità di ampliamento della cava – conclude la sezione di Imola del Cai –, auspicando in una scelta della politica coraggiosa e lungimirante».

La camminata

L’escursione guidata di sabato, aperta a tutti, partirà dal campo sportivo di Borgo Rivola alle 9, seguirà il sentiero Cai 511 che attraversa l’antico borgo dei Crivellari e raggiunge la cima di Monte della Volpe, e prevede il ritorno attraverso il sentiero Cai 513 che attraversa Ca’ Faggia e Ca’ Sasso o ripercorrendo il tratto di andata.

Nonostante i molti paesaggi naturali, «purtroppo non può non impattare la vista nell’enorme discarica di gesso della cava – osservano gli organizzatori – o non si può ignorare l’impressionante fronte di cava e i paletti dei confini aziendali, così vicini al sentiero e alle zone di protezione e tutela ambientale».

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