Imola, beffa per il Covid: vacanza cancellata e nessun rimborso

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Viaggio cancellato a causa del lockdown in Olanda e difficoltà nell’ottenere il rimborso dell’albergo per una coppia di imolesi e la loro figlia che speravano di trascorrere il Natale e il Capodanno ad Amsterdam in compagnia del padre della moglie che si è trasferito. L’hotel in cui la famiglia ha prenotato non considera infatti la stretta decisa dal governo Rutte una motivazione sufficiente per evitare loro il pagamento della “penale”, nonostante tutte le clausole di sicurezza previste nel momento della prenotazione. «Avevamo prenotato già da tempo, con l’idea di partire giovedì 23 dicembre e di rientrare domenica 2 gennaio – racconta la coppia –. Le offerte a prezzi vantaggiosi non mancavano. Credo che dappertutto gli albergatori abbiano avuto l’idea di abbassare leggermente i prezzi pur di riuscire a fare stagione. Ed è anche per questa ragione, per dare concretamente una mano a chi aveva già subito molte difficoltà, che avevamo convintamente deciso di soggiornare in un bed and breakfast». Fra l’altro, «se generalmente queste offerte sono “blindate” e viene richiesto di pagare l’intera somma nel momento stesso della prenotazione, l’hotel che avevamo scelto, invece, contemplava la possibilità di saldare una volta arrivati – aggiungono – la cancellazione completamente gratuita prima di una certa data (nello specifico, la mezzanotte di martedì 21) e il pagamento della prima notte esclusivamente nel caso in cui avessimo disdetto oltre quella scadenza». Sabato scorso, il primo ministro olandese Mark Rutte ha annunciato che il Paese sarebbe tornato in lockdown dalle 5 del giorno successivo. «Avevamo già ragionato su che cosa fare dopo l’annuncio delle restrizioni introdotte il 28 novembre, che prevedevano la chiusura di tutti gli esercizi commerciali non essenziali fra le 17 e le 5 del mattino – continua la moglie –. E ci eravamo detti che, con il buio che arriva presto, avremmo approfittato dell’impossibilità di stare in giro per passare più tempo assieme a mio padre». Però, «dopo la notizia del lockdown completo, non potevamo fare altro che rinunciare alla vacanza – prosegue –. Ma nonostante i tre giorni di anticipo, l’albergo ci ha trattenuto i circa 200 euro della prima notte e non ha risposto a nessuna telefonata e a nessuna e-mail. E neanche il sito ci sta aiutando molto nel fare da intermediario o per risolvere il problema: con una risposta poco più che generica ha attribuito a noi la decisione di non partire più. Ovviamente è stata una scelta nostra, però l’abbiamo presa a fronte di un impedimento più che oggettivo». Se la situazione non si sbloccherà prima della Vigilia, «appena possibile, già lunedì se troviamo qualcuno, stamperemo la prenotazione, le e-mail inviate all’hotel e lo scambio di e-mail con il sito e le porteremo a un’associazione dei consumatori, per chiedere in che maniera possiamo muoverci».

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