Imola, bar e ristoranti scatta la protesta. "Non siamo untori"

Imola

IMOLA. L’ultimo Dpcm del 24 ottobre ha colpito nel vivo le attività della ristorazione e di tutta la filiera degli eventi con regole ancora più restrittive. La chiusura alle 18 dei bar e dei ristoranti, il limite di massimo 4 persone al tavolo durante il giorno. Il divieto di sagre, fiere, ricevimenti e spettacoli. E l’unica possibilità per la sera: l’asporto. Le reazioni non si sono fatte attendere.


Flash mob Confartigianato
Ieri pomeriggio, davanti alla sede imolese della Confartigianato, una delegazione di associati addetti alla ristorazione ha manifestato gettando simbolicamente in aria i grembiuli in segno di protesta. «Si fatica a comprendere la logica del Dpcm – ha detto Amilcare Renzi, segretario della Confartigianato Bologna metropolitana al flash mob –. La scelta di adottare misure che penalizzano ristoranti e bar, così come le palestre, i cinema e i teatri senza distinguere le situazioni realmente a rischio, non ci piace. È il momento di combattere il virus con le armi della ragione e non con azioni oscurantiste. Dispiace che il Governo non abbia considerato la lettera del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a nome della Conferenza delle Regioni, che proponeva la chiusura dei ristoranti alle 23 e dei bar senza servizio ai tavoli alle 20. Ci auguriamo che le misure di ristoro annunciate siano effettivamente commisurate all’impatto provocato dalle nuove restrizioni».
Ascom
Anche l’Ascom si prepara a scendere in piazza: «Mercoledì mattina (domani, ndr) saremo in piazza Maggiore a Bologna alle 11.30 per la protesta indetta dalla Fipe Emilia-Romagna – spiega Andrea Martelli, direttore dell’ Ascom Imola – e contemporaneamente in altri 10 capoluoghi italiani. Manifestiamo contro delle disposizioni inique. Solo gli imprenditori e i pubblici esercenti sono considerati degli untori mentre altre situazioni non vengono affrontate, come ad esempio i trasporti pubblici. È impensabile che l’unica ricetta sia chiudere tutto e generare nuovamente una psicosi». Alle preoccupazioni sorte alle prime avvisaglie di chiusura anticipata si sommano quelle per i prossimi appuntamenti locali: «Il Baccanale, un’occasione per recuperare qualcosina, di fatto salta. Molti appuntamenti erano serali e chiudendo alle 18 saranno cancellati. Sembra che anche il Gran Premio avrà problemi per il pubblico esterno – ha aggiunto Martelli –. Bisognerebbe distinguere le situazioni e lasciare più autonomia alle Regioni. Imola non ha la stessa aggregazione serale di Milano. Questo provvedimento colpisce un tessuto di 340 mila imprese che genera 90 miliardi di euro l’anno. Molte rischiano di non riaprire più. Lo spartiacque sarà gennaio, quando si valuterà se rialzare o no la saracinesca. Considerando che riprenderà anche la possibilità di licenziare, stiamo andando verso una strada molto rischiosa» conclude Martelli.
Confesercenti
Condivide le stesse perplessità Enzo Scardovi, direttore della Confesercenti Imola: «Abbiamo messo in campo tutti i protocolli necessari e pensavamo di essere attrezzati per la chiusura anticipata alle 23. Ora ci troviamo un orario che crea enormi difficoltà. Ci sono delle attività che resteranno senz’altro chiuse. A Imola eravamo riusciti a riprendere qualcosa col Mondiale di ciclismo, e gli appuntamenti della Formula 1 e del Baccanale sembrava ci potessero portare verso il Natale con un minimo di tranquillità rispetto al lavoro residuo costruito in questi mesi – afferma Scardovi, anticipando i prossimi impegni –. Lunedì pomeriggio (ieri,ndr) abbiamo incontrato l’assessore regionale al commercio Andrea Corsini, e mercoledì alle 11 come Confesercenti Imola e Bologna incontreremo il prefetto per manifestare le nostre preoccupazioni. Per la ristorazione chiederemo, tra le altre cose, forme agevolate di accesso al credito, la sospensione dell’Imu, il credito di imposta per gli affitti, la valutazione sul mancato incasso. Chiederemo alla Regione di finanziare un fondo per la Tari, rimodulandola in base ai nuovi orari di apertura e alla clientela ridotta. Inoltre, sarebbe utile semplificare il lavoro a chiamata, rendendolo più flessibile viste le esigenze», ha concluso Scardovi.
Cna
Nel frattempo, la Cna di Imola ha indetto per oggi pomeriggio alle 16 un sit-in di protesta davanti alla propria sede in via Pola, per «manifestare le ragioni delle imprese ingiustamente colpite dal provvedimento», oltre ad aver richiesto a livello nazionale «la convocazione di un tavolo permanente di confronto operativo con le parti sociali per riprendere il confronto con il governo aperto a primavera».

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