Imola, avvocata imolese perseguitata da un cliente: "Ho denunciato"

Imola

IMOLA. Lo stalking è una forma di violenza insidiosa. Ha diverse facce e spesso non se ne comprende l’invasività finché malauguratamente non si è vittime. È il caso dell’avvocata Carlotta Toschi, per mesi minacciata dall’uomo di cui era difensore d’ufficio. «Mi scusi se le ho risposto male, ho ancora il terrore quando vedo numeri che non conosco» spiega Toschi al telefono con un tono più rilassato dopo le presentazioni. Lo stalker è un uomo da lei difeso in Corte d’appello che, dalla fine del 2020, ha iniziato ad assillarla: «Arrivavano pec, messaggi, mail e chiamate con insulti e minacce. Mi sono veramente spaventata quando ha nominato le marche dei miei cellulari, perché non poteva averli visti. È andato a controllare i miei profili social, addirittura quelli di una impiegata dello studio. A volte non riuscivo più a rispondere da sola al telefono o chiedevo a mio marito di farlo» racconta Toschi, che circa un mese fa ha deciso di denunciare. «Il 21 gennaio ho ratificato la denuncia di querela e da allora c’è stata una svolta, non penso sia più successo altro. Se già la denuncia ha avuto l’effetto deterrente sono sollevata. Ora il processo seguirà al suo corso. Ho nominato anche io un difensore, così le notifiche arriveranno direttamente a lui: oltre ad essere obbligatorio non avrei avuto la forza mentale e la lucidità di occuparmene personalmente». Come spesso accade nei casi di violenza, anche a Toschi è servito del tempo prima di denunciare. Nel suo caso, c’erano anche motivi professionali: «È la prima volta in 10 anni che chiedo la sostituzione per un assistito, e prima di denunciare mi sono assicurata che fosse avvenuta. A un certo punto ero entrata nel tunnel della vittima: mi sentivo in colpa e mi dicevo che ero io a fargli del male querelandolo. Ho fatto anche una chiacchierata con uno psichiatra perché non ero serena. Fortunatamente ho una rete familiare e di amicizie molto forte che mi hanno scossa: o la querela o la mia sanità mentale», racconta Toschi, con un filo di agitazione nella voce. La scelta di parlarne pubblicamente riguarda anche il suo ruolo di coordinatrice imolese di Forza Italia Azzurro donna: «Non è stato facile sbandierarlo ai quattro venti, ma ho pensato potesse essere utile a tante e tanti, anche tra i colleghi, che ricevono molte più minacce di quanto si pensi. Ho veramente capito cosa provano i miei clienti, io mi occupo proprio di diritti della persona. Per la prima volta ho vestito i panni dall’altra parte del tavolo dinanzi al magistrato», conclude Toschi.

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